Arcai: le ragioni della destra? Nel Pdl ci sono

6

(a.t.) Le ragioni della destra? Sono di casa anche nel Pdl. A dirlo è l’assessore alla Cultura Andrea Arcai che – interpellato da Bsnews.it – spiega le ragioni che lo hanno spinto a rimanere nel Popolo della libertà – nella corrente che fa capo a Matteoli e, nel Bresciano, a Stefano Saglia – e a non aderire a Fratelli d’Italia (La Russa, Meloni e Crosetto) come altri ex An. “Nel 1994, quando ho deciso di dedicarmi attivamente alla politica”, spiega, “ho intrapreso un percorso comune con Viviana Beccalossi, Stefano Saglia, Mario Labolani e tanti altri. Un tragitto che ci ha portato prima a gestire le diverse fasi della vita di An, con i repentini cambi di linea di Fini, quindi a contribuire alla nascita di un nuovo partito, il Pdl, e infine alla decisione di continuare il percorso nel partito anche dopo l’uscita del segretario nazionale. Con quel simbolo sono stato eletto in Loggia e non credo che coloro che mi hanno votato comprenderebbero una scelta diversa. Per questo”, continua, “ho deciso di compiere la stessa, difficile, scelta di Saglia e di altri”.

Arcai, quindi, spiega che “gli ideali della destra sono ben presenti in parte del Pdl”. “Oggi non conosco a fondo i programmi di Centrodestra nazionale”, chiarisce, “ma anche nell’esperienza assessorile ho sempre avuto modo di esprimere la mia identità con grande libertà: ad esempio sui 150 anni dall’Unità d’Italia il Comune ha organizzato una commemorazione seria e approfondita. Non sento”, aggiunge, “il bisogno di un nuovo contenitore per portare il mio contributo”. Ma non è detto, sottolinea l’assessore alla cultura, che un domani le strade degli ex An non possano nuovamente coincidere. “Un conto”, precisa, “è se il Pdl dovesse tornare a essere la casa comune. Un altro se si parlasse di ricomposizione politica in un soggetto diverso: di sicuro la scelta arriverà dall’alto, ma in quel caso sarà comunque determinante il coinvolgimento del territorio”.

Quanto al suo futuro, l’ex esponente di An sottolinea che l’ambizione è quella – Paroli e vittoria elettorale permettendo – di “tornare a fare l’assessore alla Cultura”. “In questi anni”, argomenta, “credo di aver fatto molto, a partire dal riconoscimento di Santa Giulia come patrimonio Unesco, e mi piacerebbe continuare il percorso avviato”. Tranne, ovviamente, il doloroso affaire Artemartica, con i biglietti delle mostre gonfiati dalla società organizzatrice. “Il controllo”, precisa, “non stava certo in carico al mio assessorato e comunque – quando è scoppiato lo scandalo – sono stato il primo a chiedere a Brunello di portare le giustificazioni di quanto fatto. Ma evidentemente”, chiosa, “la cosa era stata ben studiata: accorgersene prima non era facile”.

La newsletter di BsNews prevede l'invio di notizie su Brescia e provincia, sulle attività del sito e sui partner. Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy, che trovi in fondo alla home page.

6 Commenti

  1. Apprendiamo dall’assessore che egli non ha alcuna responsabilità politica nella vicenda Artematica, in compenso ha tutto il merito del riconoscimento di S. Giulia come patrimonio Unesco, perciò vorrebbe continuare a fare l’assessore alla Cultura. Quando si dice essere in sintonia con gli elettori…

  2. Ma Arcai non conosce solo i programmi nazionali o anche quelli di Brescia sempre che la Giunta Comunale abbia dei programmi. L’ unica cosa che siamo certi e il suo essere dotto nella culture e nell’arte

  3. veramente brunello ha detto che sarebbe stato facile scoprirlo. e ha aggiunto "bastava controllare". in fondo anche il pd non ha fatto grandi indagini per scoprirlo: ha solo letto il numero di serie di uno degli ultimi biglietti. ma per arcai era difficile….

Lascia una risposta (la prima volta la redazione deve accettarla)

Per favore lascia il tuo commento
Per favore inserisci qui il tuo nome