Bragaglio (Pd): “Saglia, il sostituto in Loggia di Paroli e Bordonali?”

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Continua il botta e risposta mediatico tra il consigliere comunale del Pd Claudio Bragaglio e il deputato del Pdl Stefano Saglia. Di seguito la controrisposta del democratico che non manca tornare a sottolineare le ragioni istituzionali e politiche che l’hanno portato a definire il Pdl in Loggia un “guazzabuglio”.

Non posso che ringraziare Saglia e la collega Fornasari per la risposta da loro fornita, in qualità – suppongo – di sostituti della presidente del Consiglio, Bordonali e del sindaco Paroli. La mia lettera, in verità, era indirizzata a loro in quanto i rilievi più significativi erano (anche se non solo) di ordine istituzionale. Ma da loro registro finora l’imbarazzo del silenzio. Riassumendo. Il Gruppo consiliare del PDL (quindi – Saglia – parlo del Gruppo) ha registrato a vario titolo ben sei defezioni (non considero la settima: la collega Ferrari dedita alla Civica, ma in quanto devota a Paroli). Tali defezioni dal PDL hanno riguardato il capogruppo Farina e il vicecapogruppo Ghezzi, che sono andati in un diverso partito e sostengono un’altra lista elettorale. Come ad altri già fuoriusciti (i tre di Ali, nelle loro varie metamorfosi kafkiane) s’è aggiunto Piovanelli con la lista Monti. Insomma un guazzabuglio. Capisco che mancando anche del capogruppo che possa parlare per il PDL, Saglia si ritenga sostituto pure di quello. Ma il problema da me posto, è sia istituzionale che politico, su cui Bordonali e Paroli, quand’anche volessero non possono dare in Aula la parola a Saglia. Quindi domani la Presidente non potrà evitare una comunicazione sulla parte istituzionale. E mi pare pure necessario un chiarimento anche di ordine politico (con relativo dibattito) in Consiglio. Infatti per le divisioni prodotte in maggioranza sempre più spesso si cerca di aggirare il Consiglio per evitare di rendere esplicite le rotture del centro destra. Ultima e di enorme importanza, su cui vi è frattura verticale con la Lega, è la vicenda degli ex Magazzini. Con il tentativo in atto, denunciato dal PD, anche con il ricorso presso l’Avvocatura Civica, di esautorare il Consiglio con un pronunciamento illegittimo e grave della sola Giunta. Saglia pensa di ritorcere la polemica ricordando la mia sospensione di tre anni fa dal Gruppo. Mi permetta un apprezzamento, vedendo che la zappa cade dolorosamente sui suoi piedi. Tale sospensione risale alla ben nota vicenda di A2A, dalla quale – per quanto incoraggiato in Consiglio anche da Paroli – non ho mai fatto discendere una mia uscita dal Gruppo. Quindi – a differenza del PDL – la mia collocazione non ha alcun rilievo di natura regolamentare per il Consiglio. Men che meno sono uscito dal partito – sempre a differenza dei sei consiglieri del PDL – e dai suoi organismi dirigenti. Insomma, capisco persino umanamente Saglia e questo suo arrampicarsi sugli specchi. Visto che difende un PDL che giorni fa lo stava persino defenestrando dalla quota utile della lista elettorale.

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1 COMMENT

  1. Su, dai. Onore al merito: quello che dice Bragaglio è di una chiarezza disarmante, di un rigore razionale e di un’evidenza politico-istituziona le che non si presta ad alcuna replica. Il PDL in Comune è allo sbando e procedendo su questa linea, tra il criptico e l’attendista, non solo disattende le regole, ma contravviene al buon senso e soprattutto umilia il consenso a suo tempo ottenuto dagli elettori bresciani.

  2. Bragaglio,un pò di vacanza dalla frustrazione ti farebbe bene…. Questa non è politica è la solita ignorante contrapposizione che stufa i cittadini… E ho sempre votato sinistra vedi tu….

  3. Senti Enry, hai perfettamente ragione …ora pure Piergi gli da ragione???Che cosa voglia dire non so, so solo che questi Professorini in politica, e non solo, che hanno sempre ragione e sono li da 40 anni ci hanno stufato,sempre con le loro beghette e ragioni. Si ragioni di stato, ragioni di tutto e guarda caso non si guardano mai nelle proprie tasche ma ,sempre nelle tasche degli altri e non vedono quello che hanno causato. Restando fermamente convinti che la colpa è sempre degli altri

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