Campus universitario nell’ex caserma Randaccio? Del Bono: “Brescia non merita le promesse da marinaio di Paroli”

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“Sul campus Universitario Brescia non merita promesse da marinaio, il sindaco ancora una volta assicura che arriveranno fondi, ma non spiega come e quando, in modo preciso, preferendo esprimere vaghe assicurazioni”. Emilio Del Bono, candidato sindaco dei Democratici, ritorna sulla questione del campus universitario all’ex caserma Randaccio, dopo che il sindaco Paroli ha affermato due giorni fa che “entro fine anno potrebbero arrivare finanziamenti per 13 milioni di euro”, sfumati qualche giorno fa dopo la pubblicazione della graduatoria dalla quale è emerso che Brescia non si è posizionata tra i primi 24 atenei ammessi al cofinanziamento del Miur, piazzandosi solo al 35esimo posto su 70 richiedenti. “Bisogna essere onesti con i bresciani”, continua Del Bono, “il Campus alla Randaccio non partirà sicuramente sotto la giunta Paroli. E, poiché noi siamo convinti dell’importanza strategica di questo progetto, ci impegneremo affinché venga realizzato nel corso del prossimo mandato amministrativo. Dobbiamo anche dire tuttavia che ad oggi non ci sono certezze e non è serio far finta del contrario. Infatti prima di poter finanziare Brescia il ministero, rispettando la graduatoria di chi è davanti a noi, dovrebbe garantire risorse a dieci città italiane, assicurando per esse ben 70 milioni di euro”. Del Bono chiede quindi al sindaco, invece di fare altre vacue promesse, “di giustificare le certezze assolute che aveva espresso”. Qualche mese fa aveva infatti pomposamente affermato che “il progetto del Campus era al primo posto di quelli finanziati”. Così evidentemente non è stato. Del Bono considera peraltro che “non è neanche la prima volta che il sindaco dà garanzie e tempi totalmente smentiti dalla realtà (qualcuno ancora ricorda la prima pietra dello stadio al Parco delle cave nel 2012?)”.
Paroli per sostenere la sua tesi afferma anche che la Loggia ha già la disponibilità dell’immobile, ceduto dal demanio con la firma di un protocollo in tempi accelerati. “Anche su questo punto modifica la realtà”, afferma Del Bono. “Le sorti della Randaccio sono strettamente legate a quelle della Ottaviani. Questo perché il demanio cederà la Randaccio solo dopo che gli uffici della prefettura saranno spostati nella cosiddetta palazzina della Ottaviani, che va ancora ristrutturata dal privato che attualmente ne è il proprietario. Il demanio cederà la Randaccio quindi in cambio della palazzina presso la Ottaviani solo dopo il trasferimento. Prima serve il perfezionamento di tutto questo percorso accompagnato da una valutazione del valore di entrambi gli immobili, che ancora non è stata fatta, e che determinerà ulteriori compensazioni. Attualmente, quindi, conclude Del Bono “il passaggio non è avvenuto e non avverrà certo nei prossimi mesi, affermare il contrario è decisamente un palese inganno verso i bresciani”.

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