Alle urne, le Acli bresciane lanciano la campagna “Io voto”

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"Il 24 e 25 febbraio saremo chiamati alle urne in un momento storico particolarmente critico per la vita del nostro Paese e per la nostra Regione. Il popolo è deluso, perché lo scarto tra i problemi e le soluzioni è ampio. Soprattutto perché a venir meno è stata la volontà politica (con tutto il peso di alcuni conservatorismi e corporativismi di destra e di sinistra). La nostra associazione continua invece a fon-dare la speranza che attraverso la politica s’inverta un ciclo negativo". Così le Acli di Brescia commentano le imminenti elezioni. L’Associazione sottolinea che nonostante i "mali" della politica il voto sia un’occasione da non sprecare.

DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE

I mali italiani li conosciamo: corruzione, eccesso di burocrazia e di fiscalità, evasione ed elusione, infil-trazione della criminalità, disoccupazione in particolare giovanile… Da tempo chiediamo che la politica recepisca alcune istanze:

1.            un piano straordinario per l’occupazione, che punti su lavoro sociale di cura, turismo, cultura ed economia solidale, combinato con un’adeguata strategia per favorire l’occupazione giovanile e in particolare femminile, finanziato dalla revisione degli sprechi della Pubblica amministrazione e da un’efficace lotta antievasione; in quest’ambito ribadiamo anche la nostra richiesta di applica-zione del principio della partecipazione dei lavoratori alla cogestione aziendale;

2.            una misura di contrasto alla povertà assoluta, che vada oltre l’assistenzialismo dell’esperienza della social card (che pure abbiamo contribuito a realizzare ma che, evidentemente, non basta); questa misura va collocata all’interno di un ripensamento per un welfare sostenibile che – nella sua progettazione – tenga espressamente conto del Terzo settore;

3.            una maggiore attenzione alle famiglie, soggetto sociale fondamentale, nella definizione delle misure fiscali, per esempio attraverso il cosiddetto fattore-famiglia (che supera l’esperienza del quoziente familiare);

4.            il riconoscimento della cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia come segnale straordinario da dare al razzismo di ritorno;

5.            una nuova legge elettorale.

Circa i “contenitori” e le persone impegnate, esprimiamo generalmente un giudizio positivo verso le persone della società civile che oggi si giocano nel girone elettorale: una volta eletti li invitiamo però, oltre ad esercitare l’azione politico-amministrativa, a spendersi per riabilitare i soggetti partitici. Abbiamo bisogno di partiti dove il ricambio della classe dirigente sia garantito da congressi democrati-ci, dove il ricambio dei candidati sia garantito da elezioni primarie, dove la trasparenza dei conti eco-nomici sia assoluta, dove la formazione della classe dirigente sia garantita da scuole e corsi fatti con serietà, dove il nome e il simbolo sia quello di un’idea e non il nome o la faccia del leader, dove siano finanziati dei centri studi che analizzano i problemi ed elaborano soluzioni. In sintesi: abbiamo biso-gno di politica. Di una sana e consapevole politica. Il quadro che ci si prospetta per le elezioni politiche desta qualche luce e qualche ombra. Tra le “om-bre” mettiamo la proliferazione di liste, fenomeno che indica un individualismo e settarismo che mal si confanno ad una democrazia moderna. Tra le “luci” mettiamo la pulizia di molte liste elettorali da per-sone indagate, un significativo ricambio generazionale e di sesso e la presenza di alcuni cittadini stra-nieri. Pertanto possiamo dare una generale valutazione positiva alla formazione delle liste. In questo processo di rinnovamento va dato merito ai due soli partiti che hanno svolto le primarie, rappresen-tando un passo in avanti rispetto a scelte fatte nelle “stanze del potere”.  Come associazione ribadiamo lo slogan “autonomamente schierati”: ovvero, siamo autonomi da ogni partito e siamo plurali: ma non possiamo non schierarci verso alcuni temi. E in questo momento ci pare necessario sostenere le forze che hanno dimostrato fino in fondo senso di responsabilità verso il Paese, garantendo le istituzioni democratiche e le prime riforme nel corso di questo difficile 2012. Non vogliamo tornare alla situazione precedente al 2012, quando la credibilità del nostro governo ha determinato una condizione di forte pericolosità per la tenuta del Paese, in particolare per le fasce sociali che prima di tutte avvertono le difficoltà. Pertanto consigliamo un sì ai partiti e alle liste che hanno lavorato con responsabilità in questo anno per il bene comune del Paese. Apprezziamo inoltre il fatto che alcune liste hanno prodotto una particolare attenzione verso i temi sociali e del lavoro. Quindi invitiamo a votare chi si è sforzato di cambiare qualcosa nel modo di fare politica, chi dichiara di non guardare solo alla finanza ma anche al lavoro e ai problemi della gente (spe-rando che poi lo faccia), chi non guarda solo al proprio interesse o agli interessi di pochi, ma principalmente al bene del Paese.

Non ci compete fare campagna elettorale: il nostro compito è formativo, non collaterale. Il ruolo delle Acli rimane quello di movimento pedagogico: una scuola di politica cristianamente ispirata. Dalle Acli continueranno, per questo, ad uscire dirigenti e soci impegnati in politica. A tutti gli aclisti presenti nelle varie liste facciamo i nostri migliori auguri, ma l’impegno nella politica continua a rappresentare una scelta individuale di singoli aclisti. In ogni caso saremo loro vicini: scelte individuali sì, ma solitarie no. Per questo sosterremo i candidati aclisti e vicini alla nostra associazione e alle associazioni con le quali abitualmente condividiamo le fatiche sociali. Più in generale le Acli si offrono come uno dei possibili luoghi dove tornare a pensare politi-camente, perché viviamo un tempo che scambia la cultura con l’evento culturale, l’amministrazione col clientelismo e la politica col moralismo. E perché ci accorgiamo che oggi, a rappresentare seriamente la tradizione cattolico-democratica, sono rimaste solo alcune associazioni, quelle che davvero hanno le radici nel popolo: che sono sturzianamente popolari.

Infine sottolineiamo che da alcuni anni stiamo vivendo un periodo di forte crisi del rapporto tra politica e cittadini. Eppure il voto rappresenta il momento più importante della vita democratica di una comunità. Come Acli facciamo appello a tutti i cittadini perché non sprechino questa importante occasione di partecipazione. Per questo come associazione abbiamo lanciato la campagna “Io voto”, per ricordare a tutti i nostri concittadini che il voto è vitale per la nostra democrazia, come l’aria per noi.

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1 COMMENT

  1. Ubbidendo alla curia vaticana si sono schierate con il governo più antipopolare di sempre: pensioni , lavoro, giovani, famiglie …Tutto il contrario della loro tradizione di supporto ai più deboli. AUTONOMIA MAI PER NESSUN CATTOLICO…UBBIEDIE NZA AUTOLESIONISTA ALLA SACRE PAPALINE. Complimenti !

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