A un anno esatto dalla strage di San Polo il ricordo è vivo

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(a.c.) E’ passato un anno. Era la notte del 4 marzo 2012 quando Mario Albanese uccideva 4 persone nella sua ex abitazione di San Polo, in via Raffaello. Francesca Alleruzzo, Vito Macadino, Chiara Matalone e Domenico Tortorici, le quattro vittime della strage, e solo a causa dell’inceppamento della pistola Albanese non riuscì a togliersi la vita dopo lo sterminio compiuto. Le sue tre figlie di 5, 7 e 11 anni furono risparmiate, e da allora i familiari e gli amici cercano di farle vivere una vita normale, per quanto ciò possa essere possibile. 

In città la strage provocò verò sgomento e smarrimento (leggi la notizia di allora, clicca su questo link). Da allora sono in tanti che si danno da fare per sostenere, anche economicamente, la famiglia che si occupa delle tre figlie di Mario Albanese e Francesca Alleruzzo. Non solo Brescia ricorda, anche Salice Calabro, paese d’origine della famiglia, dove è nata un’associazione che si chiama come i due fidanzatini assassinati, «Amici di Domenico e Chiara». Pochi giorni fa, tra l’altro, è stato pubblicato un libro che racconta la loro storia, «Domenico e Chiara, amore e dolore di padre. Brescia, 4/3/2012».

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