Caso Caffaro: la Procura indaga sul mancato avvio della bonifica

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Perché fino ad oggi nessuna bonifica? Un chiarimento cercheranno di darlo domani i sostituti procuratori Claudio Pinto e Federico Bisceglia che incontreranno a Roma funzionari del Ministero dell’Ambiente. L’incontro, programmato da tempo, è una delle attività della Procura della Repubblica di Brescia nell’ambito della seconda inchiesta su Caffaro,  subito dopo l’archiviazione della prima disposta dal giudice delle indagini preliminari Enrico Ceravone. Per ora nessun indagato, ma "l’attività della Procura prosegue e non ha bisogno di sollecitazioni di alcuno" dice procuratore Fabio Salamone al Giornale di Brescia.

Ma perché la prima inchiesta fu archiviata? Le motivazioni sono contenute in dieci pagine, a firma del giudice Ceravone: oggettivo il disastro ambientale, ma non la colpa soggettiva. Nelle pagine si legge che la Caffaro "aveva costantemente ottemperato ai limiti di emissioni di volta in volta vigenti" e "in ogni caso le condotte che avevano dato luogo alla sua dispersione nell’ambiente erano cessate nel 1984". "È arduo ipotizzare a carico dei legali rappresentanti della società condotte penalmente rilevanti e quand’anche dovesse opinarsi il reato di disastro colposo sarebbe ormai prescritto". Una prescrizione che vale anche per l’avvelenamento delle acque, l’adulterazione degli alimenti o i reati contro la salute pubblica. Archiviazione anche per l’insorgenza di gravi forme tumorali per assenza di "elementi concreti, statistici o medico legali necessari per affermare che le patologie erano causate univocamente dalle sostanze inquinanti".

Dal punto di vista civile invece, non si è proseguiti con la crisi dell’azienda: citata a giudizio nel novembre del 2005 da dodici residenti, la Caffaro promosse l’anno successivo l’estensione della causa ad altre aziende che poi vennero estromesse  e  al giudice che venne di seguito non restò che prendere atto della procedura concorsuale richiesta dalla Caffaro e interrompere la causa. 

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1 COMMENT

  1. Sono più emancipati gli abitanti di colore di Anniston che i Bresciani.Grazie agli organi d’informazione,grazi e agli amministratori della città.Grazie agli abitanti,distratti ed indifferenti,chiamar la IGNORANZA è niente rispetto alla realtà!

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