Marco Bonometti è un bresciano doc. Uno di quelli che, se gli domandi cosa ha fatto nella vita, ti risponde senza imbarazzo: Ho lavorato, e basta. Nato a Brescia il 6 settembre del 1954, il presidente di Omr si è laureato in Ingegneria meccanica al Politecnico di Milano. E già da giovane ha dovuto prendere in mano le redini dell’azienda di famiglia – fondata dai fratelli Tirini nel 1919 – a causa della prematura morte del padre, scomparso quando aveva soltanto 23 anni. Nell’arco dei decenni, i fatturati delle sue Officine Meccaniche Rezzatesi – che producono componentistica per autoveicoli e riforniscono la Ferrari dal 1978 – sono passati velocemente da poche centinaia di migliaia di vecchie lire a oltre mezzo miliardo di euro. Oggi le sue aziende danno lavoro a quasi 3mila famiglie e contano dodici stabilimenti in tutto il mondo, di cui quattro tra Marocco, Brasile, India e Cina.
Ma Marco Bonometti – con il successo mondiale – non ha perso l’amore e la gratitudine per la terra che gli ha dato i natali. Né ha ceduto alla tentazione di portare tutto in qualche paese emergente, dove tasse e vincoli burocratici sono decisamente inferiori. Anzi: l’imprenditore ha recentemente investito ben 40 milioni di euro nella sua Rezzato. Perché all’Italia Bonometti ci crede ancora. Ma all’Italia dell’economia reale, precisa subito, non a quella della finanza o agli astrologi delle agenzie di rating.
L’elenco degli incarichi e dei consigli di cui Bonometti è stato parte è lunghissimo. E comprende, tra l’altro, Camera di Commercio, Pro-Brixia, In.Tec., Finlombarda, Museo Mille Miglia, Fondazione Comunità Bresciana, Csmt, Villa Gemma Spa, Dominato Leonense e Coxa Spa. In Aib è stato presidente del gruppo giovani dal 1985 al 1988 e vicepresidente dell’associazione dal 1991 al 1993. Dal 2009 è presidente di Banca Santa Giulia. Dal 2011 è anche uno dei principali sostenitori della società di pallanuoto An Brescia, sua grande passione. Un curriculum lunghissimo, che lo scorso maggio lo ha portato a essere insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Onore al merito di un mio grande ”compaesano”. Per inciso: suo padre ed il mio erano amici. Non posso che gioire dei successi di un grande, generoso, imprenditore.