Caso Caffaro, la Consulta per l’Ambiente chiede la bonifica “step by step”

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Con un comunicato la Consulta per l’ambiente del Comune di Brescia torna sulla questione Caffaro per proporre la propria soluzione ad un immobilismo che dura da più di trent’anni e al quale, invece, la Consulta vorrebbe rispondere con i fatti.

DI SEGUITO IL TESTO DEL COMUNICATO:

La puntata della trasmissione televisiva "Presa Diretta" di qualche giorno fa, ha avuto notevoli meriti, ma ha evidenziato anche alcuni elementi di dubbio, e per questo anche la Consulta per l’Ambiente del Comune di Brescia ritiene di far conoscere il proprio punto di vista, senza peraltro volersi sovrapporre ai commenti che sono stati formulati o che verranno manifestati dalle singole associazioni e comitati ambientalisti locali.
La trasmissione ha avuto la notevole funzione di evidenziare una situazione gravissima, e sostanzialmente irrisolta, che riguarda la città di Brescia. Quindi, pur se alcune tesi relative a responsabilità, anche individuali , di amministratori pubblici; se alcune motivazioni di natura economico/finanziaria emerse nel corso della trasmissione, hanno innescato polemiche, come Consulta intendiamo accogliere il messaggio positivo proveniente dalla stessa per accentuare e mettere in evidenza la questione delle possibili soluzioni del problema" È vero che alcuni aspetti dell’inquinamento causato dalla Caffaro sono stati studiati e analizzati dagli enti responsabili negli anni scorsi per poter valutare l’entità del problema, ma va anche detto che ancora oggi non si prospetta all’orizzonte alcuna soluzione definitiva e radicale della questione, tant’ è che continuano ad essere emesse ordinanze, da parte delle Autorità sanitarie, senza alcuna prospettiva di superamento dell’attuale stato di fatto. La Consulta per l’Ambiente ritiene invece che il problema vada affrontato al più presto, e possibilmente risolto, innanzitutto utilizzando i dati a disposizione per apprestare un concreto piano di risanamento. Sulla base dello stesso, andranno poi opportunamente coinvolti gli enti pubblici preposti per il finanziamento e la concreta attuazione della bonifica, con ripristino della situazione antecedente al grave inquinamento che il territorio bresciano ha subito. Siamo convinti del fatto che la caratterizzazione della zona inquinata sia stata eseguita in modo piuttosto dettagliato e che si possano definire le zone maggiormente inquinate e in che misura esse lo siano. A questo punto si potrebbe, con l’identico criterio e partendo dalle situazioni più critiche quali scuole, parchi pubblici e situazioni di interesse collettivo procedere a interventi di bonifica per settori, utilizzando non tanto la notevolissima quantità di risorse che occorrerebbero per un intervento complessivo sull’intera zona, ma procedendo per gradi e intervenendo settore per settore sulle situazioni ritenute più urgenti fino a ridurre così l’area di intervento. Tutto ciò dovrebbe essere finanziato attraverso una serie di risparmi su opere previste dai programmi della Amministrazione comunale. Ad esempio, evitando la creazione di più o meno opportuni parcheggi o il ripristino di opere di dubbio valore sia artistico che storico, ma più specificamente reperendo le risorse via via necessarie, a partire dal contenimento di alcuni sprechi amministrativi ancora permanenti, ma soprattutto soprassedendo a realizzazioni di opere o di interventi dei quali non si sente un immediato bisogno. In questo modo l’Amministrazione comunale di Brescia attuerebbe un’opera che, oltre ad essere indispensabile, sarebbe anche del tutto meritoria nei confronti della città, dei cittadini e della loro incolumità dal punto di vista igienico e sanitario e contribuirebbe a risolvere grosse problematiche. Naturalmente, attraverso il piano che auspichiamo si potrebbero reperire risorse non solo in sede nazionale, ma ancor più alla Comunità europea, che si è dimostrata disponibile ad affrontare analoghe problematiche. In altri termini la Consulta, facendosi interprete delle Associazioni Ambientaliste aderenti chiede che si passi, in particolare a livello locale, dalle lamentazioni, dalle polemiche e dalle recriminazioni, ai fatti, e che si proceda speditamente alla formulazione di piani di intervento credibili rispetto ai quali la richiesta di risorse economiche assumerà un carattere di maggiore serietà e fondatezza. In questo modo si potrebbe ipotizzare anche un piano di lavori pubblici e/o di pubblica utilità che contribuirebbe al rilancio dell’economia locale, con indubbio vantaggio per la cittadinanza.
Ci auguriamo che questa proposta possa essere presa immediatamente in considerazione dalle forze politiche e dagli enti competenti e tradotta in fatti concreti e attività operative, come la cittadinanza esige e necessita da moltissimo tempo.

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