(a.t.) Ne trovate una in via Spalto San Marco e l’altra in via Alessandro Monti, nel centro di Brescia. E sono lì da più di un anno, anche se in pochi se ne sono accorti. Apparentemente sono lo scherzo di qualche buontempone: normalissime chiavette Usb murate nelle pareti di abitazioni private. In realtà si tratta di un’iniziativa molto più ambiziosa partita dall’America. Dead Drops è un originale progetto lanciato dal newyorkese Aram Bartholl. Si tratta di un un sistema di peer to peer (come eMule o il vecchio Napster, per capirci) con due caratteristiche peculiari: è totalmente anonimo e off line. E si basa su un meccanismo molto semplice: chiavette Usb vengono murate in spazi pubblici e chiunque è libero di prelevare o inserire file collegandovi il proprio computer.
Diventare promotori del progetto Dead Drops – per quanti fossero interessati – è piuttosto semplice. Basta leggere il manifesto che trovate al sito http://deaddrops.com e quindi seguire le istruzioni. Scaricate su una chiavetta i file deaddrops-manifesto.ita e readme-ita, aggiungete tutto quello che volete condividere con il mondo – facendo attenzione al fatto che non siano file coperti da diritto d’autore, ovviamente – e partite alla ricerca di un buco già pronto per murarla con stucco, cemento a presa rapida o silicone (anche qui: attenzione a dove lo fate, potreste rischiare una grossa multa). A questo punto scattate tre fotografie che comprendano una panoramica della strada, un primo piano e un’immagine che illustri il punto esatto in cui è stata collocata. Infine inviatele, con le coordinate geografiche, al sito. Avete dato vita a un distributore gratuito di cultura e di idee. Una cosa folle? Forse. Ma ad oggi il sistema Dead Drops conta 1.125 chiavette in tutto il mondo per un totale di 6mila Gigabyte disponibili.