Arcai stampa 20mila copie di un libretto su inno, bandiera e Costituzione

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20mila. Tante sono le copie del libro "L’Italia s’è desta" in distribuzione agli alunni di elementari e medie della città.

L’assessore uscente (leggi la notizia) a Cultura ed Istruzione, Andrea Arcai, ha voluto con questa importante iniziativa richiamare i valori e la storia che hanno portato all’unificazione dell’Italia. Nel libro si parla dell’inno d’Italia, di cosa vogliono dire le strofe di Goffredo Mameli e la musica di Michele Novaro, si parla della nascita e dell’evoluzione della nostra bandiera e infine della Costituzione, spiegata passo passo. Uno strumento agile ma al tempo stesso esaustivo su tutto ciò che gli alunni (e i loro genitori) spesso non conoscono, e non per colpe loro.
(a.c.)

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10 Commenti

  1. 20.000 copie al costo unitario di quanti euro ? A valere su quale capitolo di spesa corrente ? No, perchè quando si è coinvolti per non aver vigilato in quella che, per ora, è chiamata la vicenda Artematica (800.000 euro di denaro pubblico buttati via…), sarebbe meglio congedarsi solo chiudendo la porta.

  2. Si confonde in modo un po’ bacchettone la satira con l’ipotetica offesa. Riformulo la frase (come desidera il giudice di bsnews): Arcai che difende la Costituzione ha la stessa credibilità di Topo Gigio che difende le riserve di emmenthal in cantina. così va bene?

  3. Ma come si permettono di usare danaro pubblico per iniziative come qs che finiranno nella carta straccia due minuti dopo la consegna.. con tanta gente che non ce la fa alla seconda settimana….ma chi credono di essere sti oligarchi..come si permettono….

  4. Povero Arcai si stampa un libretto di propaganda indiretta e non lo vogliono più candidato. Poveri noi, invece, che ci dobbiamo far carico di una spesa che visti i tempi e l’inutilità potevamo di certo risparmiarci. Ma costoro, di spese inutili ci hanno abituati, ma saranno le ultime a meno che Arcai le avesse messe in carico qad Artematica, così mi pare di ricordare si chiamava la società che ha gestito e truffato di 500.000 euro il Comune di Brescia.

  5. La cosa che mi spiace è solo una: che sul libretto non ci sia la storia di Brescia, ma quella dell’Italia. Un libretto sull’Italia lo può fare il Ministero, non l’assessorato di una piccola città!

  6. Addio infantilmente retorico:Dov’erà,l’o rmai fu assessore, quando si costituì il gruppo per l’indipendenza della pà-tania??????

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