Prima la nomina, pro tempore, poi le critiche del sindaco di Milano Piasapia e infine, il dietro front del presidente Tarantini. E’ quanto è accaduto in pochi giorni a Paolo Rossetti, prima indicato dallo stesso Tarantini come nuovo presidente dell’Amsa, la controllata milanese che gestisce i servizi ambientali del capoluogo lombardo, poi “snobbato” dal sindaco di Milano e infine estromesso da una poltrona su cui non si era nemmeno seduto. A confermare il dietro front è il presidente del consiglio di gestione della superutility lombarda, Graziano Tarantini che, parlando a margine dell’annuale incontro della Consob a Piazza Affari ha dichiarato: “è venuto fuori un calderone….ma si tratta di una questione più politica che reale. Comunque per Amsa troveremo un altro presidente”.
Era parso strano da subito che Brescia potesse prendersi una rivincita su Milano. E infatti la nomina di Rossetti è durata un giorno con la conferma da parte di Tarantini che trattasi esclusivamente di una questione politica, non di competenze, professionalità, conoscenze specifiche. Motivo in più per riconsiderare l’intera partita di A2A e quella di tutte le controllate alla luce di un radicale cambiamento delle regole di nomina vigenti, se necessario modificando ad hoc gli statuti. E a sottoporre così a stringenti vincoli professionali e a selezioni manageriali (gestite solo da società esterne specializzate) le candidature proposte, sottraendole ai partiti.
Tarantini, un uomo di polso
Ignorano le persone valide e si circondano di mezzecalzette.
Paol o Rossetti è una persona estremamente competente e onesta.
Da cacciare gli svenditori di qualità bresciane e gli asserviti ai "bauscia".
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