Tintoretto, Cgil Brescia: “I proventi della vendita per l’edilizia popolare”

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La torre Tintoretto continua a tenere banco nel dibattito cittadino. È di queste ore il lancio di un concorso di idee promosso dall’Ordine degli Ingegneri per la ristrutturazione e riqualificazione della torre che, almeno potenzialmente, potrà incrociarsi con quello dei possibili acquirenti.

Aler e Comune, che a lungo hanno accarezzato l’ipotesi dell’abbattimento, ora tentano la strada della vendita. «Premesso che non ci convince  la  pretesa di condizionare il futuro residenziale della Torre alla creazione di attici, loft e appartamenti di pregio – afferma Oriella Savoldi della segreteria della Camera del Lavoro di Brescia – è necessario che i proventi derivanti dalla vendita vengano utilizzati in edilizia pubblica e popolare, per aumentare il patrimonio esistente e riqualificare quello più degradato (vedi torre Cimabue), senza incorrere in speculazioni finanziarie (ed elettorali), ed evitando ulteriore  sottrazione di suolo e nuova cementificazione. Sono oramai centinaia i senza casa e gli sfrattati per morosità incolpevole che vivono sui treni o in situazioni di fortuna, e hanno superato quota 3 mila le famiglie in graduatoria per le case popolari e in attesa di assegnazione: un’Amministrazione responsabile deve porsi il problema di dare risposte adeguate a questi problemi».

In merito alla trasformazione dell’Aler in Alpe annunciato dalla Regione, il responsabile regionale del Sunia Cgil Adriano Papa osserva dal canto suo che «va bene il superamento del sistema attuale, ma la forte impronta centralizzatrice del progetto non convince». «Gestioni semplificate e che superino il sistema di gettoni di presenza nei cda delle Aler da diverse decine di migliaia di euro all’anno ci trovano d’accordo, ci mancherebbe – afferma Papa -, ma servono anche rappresentanze e competenze territoriali in grado di conoscere i reali bisogni a livello periferico».

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