In aprile l’attività economica delle imprese manifatturiere bresciane ha registrato una nuova contrazione, giustificata dal minore numero di giorni lavorativi rispetto a marzo, nonché dal perdurante clima recessivo che continua a caratterizzare l’industria nazionale e locale. Nel dettaglio, la produzione è risultata in diminuzione per trentanove operatori su cento, con un saldo negativo del 24% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; il livello dell’attività è giudicato inferiore rispetto al potenziale dal 56% del campione. La debolezza dell’attuale quadro congiunturale viene confermata dall’indice PMI manifatturiero italiano, attestatosi in aprile poco al di sotto della media relativa al primo trimestre del 2013 e stabilmente in area recessiva da ventuno mesi consecutivi.
Con riferimento ai settori produttivi, la dinamica congiunturale è risultata in contrazione per le imprese dei comparti: abbigliamento, carta e stampa, legno e mobili in legno, maglie e calze, materiali da costruzione ed estrattive, metallurgico e siderurgico, meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche, meccanica tradizionale e mezzi di trasporto, tessile; è rimasta pressoché invariata per le aziende attive nell’agroalimentare e caseario e nel calzaturiero, mentre è aumentata per gli operatori del chimico, gomma e plastica.
A livello dimensionale, la produzione è diminuita per le imprese micro, piccole, medio-piccole e grandi; è invece risultata in crescita per quelle medio-grandi e maggiori.
L’utilizzo degli impianti riflette l’evoluzione dell’attività produttiva, con una quota del 38% di operatori che dichiara di averlo diminuito. Il livello di utilizzo, rispetto al potenziale, è giudicato ancora basso dal 57% del campione.
Le vendite sul mercato nazionale hanno sperimentato una marcata flessione, con un saldo negativo del 40% tra operatori che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; quelle nei Paesi comunitari evidenziando un saldo negativo del 7%, mentre quelle verso i mercati extra UE si caratterizzano per una dinamica lievemente in crescita, con un saldo positivo del 7%.
Le previsioni a breve termine non indicherebbero alcuna significativa inversione dell’attuale movimento di declino dell’attività economica: per quanto riguarda la produzione, il saldo tra imprese che prevedono variazioni in aumento e in diminuzione è pari a -12%. Le previsioni sull’utilizzo degli impianti risultano in aumento per l’11% delle imprese e in contrazione per il 25%. Le aspettative sull’occupazione evidenziano un incremento per il 5% e una flessione per il 15% del campione. Gli ordini dal mercato interno sono attesi in ribasso dal 22% delle aziende, con un saldo negativo del 10% tra imprese che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelli dai Paesi UE ed extra UE presentano anch’essi saldi negativi, rispettivamente del 13% e del 12%.