Ordinanza discriminatoria, il Comune di Chiari rinuncia al ricorso e sceglie la via della cinciliazione

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Il Comune di Chiari a sostegno della cooperativa per disabili «Opus Terra» e delle campagne di solidarietà «Mutuo soccorso» e «Tutti a scuola». È questo l’esito della conciliazione fatta nei giorni scorsi in tribunale a Brescia tra il Comune di Chiari, la Fondazione Piccini e l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione in merito alla delibera discriminatoria (e alla doppia condanna subita dal Comune di Chiari) sui matrimoni nei quali erano coinvolti cittadini stranieri. In base a tali condanne il Comune di Chiari avrebbe infatti dovuto anche pubblicare il testo della sentenza sul quotidiano «La Repubblica», spendendo 15.661 euro.

 

Fondazione Piccini e Asgi, sostenute della Camera del lavoro, hanno invece proposto «di definire il contenzioso con la rinuncia del Comune al ricorso in Cassazione e la sostituzione della condanna alla pubblicazione con elargizioni a favore di enti e associazioni attive nel campo sociale». La proposta è stata accettata dal Comune, condizionata ad «un esborso in misura ridotta». Trovato l’accordo su 11 mila euro, sono tre le iniziative che in questo modo verranno sostenute: 5.500 euro alla Caritas di Chiari a favore di soggetti in condizione di povertà; 2.750 euro alla cooperativa «Opus Terra» per l’assistenza alle persone disabili ospitate nella struttura Rustico Bel Fiore di Chiari; 2.750 euro al Fondo «Tutti a scuola» per garantire il pagamento delle rette di mensa e trasporto scolastico ai bambini del territorio di Chiari le cui famiglie hanno segnalato difficoltà. I contributi alle associazioni e al Fondo dovranno essere versati dal Comune di Chiari entro il 31 luglio. «Una vicenda che era partita male, con una delibera discriminatoria escludente – afferma Damiano Galletti, segretario della Camera del Lavoro di Brescia -, e che si conclude in modo positivo. Gli 11 mila euro sosterranno una cooperativa che si occupa di disabilità e la campagne di mutuo soccorso a sostegno delle famiglie colpite dalla crisi e “tutti a scuola”. Un bel segnale, e anche un bel passo indietro da parte dell’Amministrazione di Chiari».

 

La vicenda

 

La vicenda risale all’aprile 2012, quando il giudice di Brescia – a seguito del ricorso presentato da Fondazione Piccini e Asgi con il sostegno della Camera del Lavoro – condannò il Comune di Chiari per avere adottato un’ordinanza dalla chiara «natura discriminatoria». L’ordinanza incriminata era quella del 26 settembre scorso, nella quale il Comune guidato dall’onorevole leghista Sandro Mazzatorta imponeva agli stranieri che volessero contrarre matrimonio l’obbligo di presentare il permesso di soggiorno o la carta di soggiorno in corso di validità. Tutto questo non è possibile. In quell’occasione il giudice aveva infatti sottolineato che «la natura discriminatoria del provvedimento è piuttosto eclatante» e si richiamò, a sostegno della decisione, alla citata sentenza della Corte Costituzionale n.245 del 2011. Una sentenza nella quale, ricordiamo, tra le altre cose si afferma che «il matrimonio costituisce espressione della libertà e dell’autonomia della persona, ed il diritto di contrarre liberamente matrimonio è oggetto della tutela di cui agli artt. 2, 3 e 29 Cost., in quanto rientra nei diritti inviolabili dell’uomo, caratterizzati dall’universalità. Inoltre, l’art. 31 Cost., nel sancire che la Repubblica agevola la formazione della famiglia, "esclude la legittimità di limitazioni di qualsiasi tipo alla libertà matrimoniale"». Da qui la decisione del giudice di accogliere il ricorso e la condanna al Comune di Chiari a pubblicare il testo della sentenza in forma integrale sul quotidiano nazionale "La Repubblica" e a ripagare «le spese di lite», calcolate in 4mila euro complessivi. Nel marzo 2012 anche il giudice della Corte d’Appello respinse il ricorso del Comune di Chiari, ribadendo la condanna e obbligandolo al pagamento delle spese di lite (altri 3.500 euro).

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1 COMMENT

  1. Sostanzialmente i vari tribunali certificano che far rispettare la legge è illegale. Complimenti!In pratica si spinge ad incrementare il già alto menefreghismo: chi si impegna per cambiare qualcosa deve essere punito.

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