Bonometti (Aib): Leali-Klesch, evitiamo l’autolesionismo

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L’Associazione Industriale Bresciana – con una nota intitolata “Leali-Klesch: evitiamo l’autolesionismo” firmata dal Marco Bonometti – esprime il proprio rammarico per la situazione che si sta creando alla Leali-Klesch.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO

I fatti sono noti. Il gruppo Leali è passato recentemente al gruppo Klesch, nell’ambito di una procedura concorsuale non priva di incertezze che hanno fatto temere fino all’ultimo momento il dramma del fallimento. Ora tutto rischia di nuovo di esser messo in discussione per Roè Volciano. Si tratta di uno stabilimento da anni in cassa integrazione, generosamente concessa, giudicato non strategico da parte di tutti i possibili acquirenti del gruppo Leali, a differenza di Odolo e Borgo Valsugana. Klesch ha accettato di includere nel piano di salvataggio anche i 65 dipendenti di Roè Volciano, chiedendo in cambio la trasformazione di una parte del premio di risultato da fisso a variabile, collegato cioè al raggiungimento di obiettivi aziendali predeterminati. Come? Trasformando circa 1.500 euro dell’attuale premio di produzione, oggi di 8.000 euro, tutti fissi e garantiti, in importo variabile collegato all’andamento aziendale. Nel sindacato qualcuno ha alzato le barricate, all’insegna dello slogan “il premio fisso non si tocca”. Con la conseguenza che, se salta tutto, se Klesch dovesse dire basta, salterebbe non solo il premio fisso dei 65 addetti di Roè Volciano, ma anche il loro posto di lavoro, così come quello degli oltre 300 dipendenti di tutta la Leali, Odolo e Borgo Valsugana compresi. E’ chiaro che così non si va da nessuna parte, non si esce dalla crisi, non si creano posti di lavoro, ma anzi si distruggono. Esprimiamo allora un fermo invito a considerare i fatti nella loro oggettività, a negoziare avendo come primario obiettivo la salvaguardia delle aziende e dei posti di lavoro, abbandonando definitivamente le posizioni sterili, che non contribuiscono a risolvere i problemi e che rendono il nostro territorio sempre meno attrattivo per nuovi investimenti. Non serve a nulla contare i posti di lavoro perduti, se non si sanno salvaguardare, anzitutto, quelli esistenti. Da parte di AIB faremo di tutto per evitare che Klesch tragga conseguenze definitive da questa situazione, ma invitiamo contestualmente il Sindacato ad una più approfondita riflessione. Rivolgiamo anche un preoccupato invito alle Istituzioni, a cominciare dal Prefetto, affinché intervenga, con la sua capacità e con la sua competenza, per evitare che un’azienda importante e strategica come la Leali possa restare vittima di un conflitto sindacale, vanificando gli sforzi dell’impresa, della magistratura e dei nuovi imprenditori per la ricerca di una soluzione positiva al problema occupazionale di tutti i dipendenti.   

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