M5S Lombardia: insufficiente il taglio dei costi della casta

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“Come faranno a sopravvivere con i più di 8 mila euro al mese che si sono garantiti con questa legge?”. E’ questa la domanda ironica con la quale Silvana Carcano, capogruppo di M5S Lombardia accoglie l’approvazione  bipartisan della proposta di legge sul taglio dei costi della politica. “La casta regionale, costretta dal decreto Monti sulla spending review , si è attribuita una indennità di oltre 8 mila euro, non proprio bruscolini se pensiamo che molti consiglieri hanno già uno stipendio. E’ intollerabile che mentre il paese va a rotoli i politici prendano uno stipendio che è pari almeno a quattro lauti stipendi per i comuni mortali e più del doppio di uno stipendio da dirigente”, continua Carcano.

 

Sono quattro le contestazioni principali di M5S alla legge: l’eccessiva indennità di carica, i rimborsi spese forfettari e non a pie di lista, la mancata abolizione dei vecchi vitalizi e la spartizione del residuo di funzionamento della scorsa legislatura. “Chiedevamo una revisione profonda del progetto che non è arrivata", dichiara Gianmarco Corbetta, portavoce M5S Lombardia. “Per M5S l’indennità per consiglieri, assessori e sottosegretari doveva essere fissata a 5 mila euro lordi e il rimborso spese rendicontato a piè di lista non  doveva superare i 3 mila euro mensili. I vecchi vitalizi andavano abrogati. I fondi non usati dai partiti dovevano tornare alla regione. Le nostre proposte erano solo di buonsenso”, aggiunge il consigliere.

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