Le voci dei giorni scorsi hanno ricevuto la conferma da parte di Donato Antonio Todisco, proprietario della Società chimica Emilio Fedeli Spa di Pisa che controlla la Caffaro Brescia Spa: il sito produttivo di Brescia potrebbe essere trasferito a Torviscosa, in provincia di Udine. Alla base della decisione c’è l’alto costo dell’energia elettrica, in costante aumento da anni (+40% negli ultimi 18 mesi).
Se l’ipotesi dovesse essere realmente messa in atto, si aprono due scenari altrettanto preoccupanti. Il primo legato al destino lavorativo per le 60 persone attualmente impiegate in azienda, e per le 32 in cassa in deroga. Il secondo legato alla falda acquifera che sta sotto l’azienda: la Caffaro ogni anno pompa, a proprie spese, 10 milioni di metri cubi d’acqua per impedire che la falda salga e si contamini con la fascia di terreno altamente inquinata. Se l’azienda dovesse chiudere chi si farebbe carico del pompaggio? Una domanda che verrà girata al ministro dell’Ambiente Andrea Orlando che il 20 luglio sarà a Bresciaper incontrare amministrazione, Arpa ed Asl.
(a.c.)
Più che rischioso, sarebbe la beffa finale. Se ne sguscerà via indenne lasciando i debiti per la bonifica del disastro provocato. Per l’ignavia degli enti preposti al controllo.