Chiusura tribunali di Salò e Breno, i sindaci disposti ad accollarsi le spese per evitarla

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Per evitare la soppressione delle due sezioni staccate del Tribunale di Brescia, i sindaci di Breno e Salò sono disposti ad accollarsi tutte le spese di affitto, luce, gas e telefono e pulizie. «Non capisco quale sia il risparmio per lo Stato», racconta al Corsera il primo cittadino di Breno, Sandro Farisoglio. «Forse tanti non si rendono conto», spiega il sindaco di Salò, Barbara Botti, «ma questo tribunale ha un carico di lavoro di migliaia di cause all’anno. E toglierlo sarebbe un disagio non per gli avvocati, ma per le singole persone».

Il provvedimento, che dovrebbe entrare in vigore a fine estate, è stato oggetto di ricorso da parte di diverse associazioni davanti alla Corte costituzionale. In provincia di Brescia sono dieci le sedi destinate a saltare, per un risparmio di un milione di euro. In Valcamonica il Tribunale è di proprietà comunale e nonostante la comunità montana sia disposta a pagare le spese vive, c’è il problema del blocco della assunzioni previsto per legge. Sarà la Commissione Giustizia che dovrà decidere se, per mantenere l’ufficio dei Giudici di Pace, sia sufficiente che gli enti locali si accollino tutte le spese oppure possano rinunciare a quelle del personale.

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