Il genio dissacrante di Elio e le Storie Tese per la prima volta al Vittoriale

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Il terzo appuntamento del Festival del Vittoriale, sabato 13 luglio, vede ospiti Elio e le Storie Tese, impegnati nel tour iniziato il 29 giugno scorso. Restano disponibili pochi posti numerati di platea laterale, al costo di 35 euro + prevendita, e di gradinata libera, al costo di 30€ + prevendita, sul sito www.anfiteatrodelvittoriale.it, oppure nei tradizionali punti di prevendita.

“L’album biango”, il nuovo lavoro in studio è uscito il 7 maggio 2013 anticipato dal singolo “Complesso del primo maggio”. Gli Eelst continuano a fare musica con rigore, scrupolo, curiosità, voglia di divertirsi e di divertire e con il loro straripante e irreverente sense of humour. Capaci di spaziare in ogni genere sconfinano fra le influenze più varie, il tutto con un’infinita serie di citazioni e varietà di stili ed esecuzioni per il calembour narrativo a cui ci hanno abituati. Tutti gli album da loro pubblicati sono diventati “Disco D’Oro” in Italia.
Elio e le Storie Tese nasce a Milano nel 1980 ad opera di Elio. Elio prende il nome dalla sua prima canzone che si intitola “Elio”.

Del loro nuovo e atteso lavoro il punto importante è come disattivare il correttore automatico che fa impazzire tutti noi che scriviamo per mantenere biango anziché bianco. Si chiama "L’album biango" ed è stato registrato e prodotto agli inizi del XXI secolo dagli Elio e le Storie Tese, insieme a Max Costa. Max Costa qualche anno fa ha ricevuto un premio come miglior batterista ai Latin Grammy Awards senza aver mai suonato una batteria in vita sua (per dire la forza di Max Costa). Perché l’avete intitolato "L’album biango"? Così. C’è chi dice che ci siamo ispirati all’album bianco dei Beatles, chi ci trova dei riferimenti all’albume dell’uovo cotto (perché quello crudo è trasparente), ma la risposta esatta è: "Così." Una caratteristica dell’album biango è che se provi a scriverlo su un computer moderno diventa "L’album bianco". Tu credi di aver sbagliato, invece è stato il correttore automatico. Allora tu lo riscrivi e scopri che "biango" è sottolineato da una linea rossa tratteggiata come a dire: "OK se proprio insisti scriverò "biango", ma sappi che non mi è andata giù". Non mi è andata giù? Ma che cazzo vuoi, correttore automatico di merda che continui a correggermi parole che non voglio correggere unicamente per cercare di giustificare la tua esistenza, ringrazia Dio che non riesco a disattivarti. Su questo "L’album bianco" c’è poco altro da dire, se non che è colmo di ospiti straordinari come Area, Eugenio Finardi, Nek, Vittorio Cosma, Fabio Treves e che è costato molta molta tanta fatica agli Elio e le Storie Tese i quali in più di un’occasione, mentre lo stavano registrando elettronicamente, si sono guardati e si sono domandati: "Ma cosa stiamo facendo?"

Gli Eelst si raccontano così:

“La prima formazione, che si esibisce nel primo concerto tenutosi nel luglio 1980 alla festa del CAF San Siro davanti a un pubblico di una decina di pensionati, è composta da Elio (chitarra e voce), Cortellino (basso) e Zuffellato (batteria).

ACortellino succederà Chiosco e poi Scaffale, fino all’arrivo nell’85 di Faso, oltre il quale non è davvero possibile andare.

Zuffellato lascerà il posto a Cosma e poi, dall’entrata di Rocco Tanica nel 1982 fino all’arrivo di Christian Meyer nel 1988, il “posto” scompare, sostituito dalla più economica e meno ingombrante Drumulator di Rocco Tanica, del quale i frequentatori del Magia Music Meeting di via Salutati ricorderanno i divertenti siparietti, ogni tre canzoni, per ingannare l’attesa del caricamento della song da registratore a cassetta.

All’inizio Elio, oltre a cantare, è anche il chitarrista del gruppo poi, quando nell’84 arriva una delle migliori chitarre rock della piazza milanese, Cesareo, preferisce dedicarsi a fare il frontman a tempo pieno con misuratissime incursioni di flauto traverso.

Nel 1988, la bravura e la verve di Christian Meyer hanno ragione della Drumulator e, più o meno contemporaneamente, entra nel gruppo Feiez; canta, suona le percussioni, il sax, la chitarra, fa ridere, il tutto a livello Elio e le Storie Tese (cioè altissimo): il sogno di ogni band sulla faccia della terra, durato dieci anni, grazie Feiez.
Nel 1992, all’inizio per volontà di Elio e, ben presto, per acclamazione, entra a far parte della band (pur rimanendo, come dice Elio, “un artista a sé”) Mangoni, compagno di classe di Elio al liceo, che viene chiamato a fare se stesso sul palco (un pirla, icona definitiva del pirla che è in ciascuno dinoi) pur essendo nel frattempo diventato marito e padre amorevole nonché stimato architetto (autore, tra l’altro della “Mangoni Tower” di via Nervesa, facilmente visibile a chi transita sul cavalcavia da Piazzale Bologna a Piazzale Cuoco, guardando verso sinistra).

Ultimo arrivato, nel 1999, Jantoman o, come sempre più a furor di popolo sembra accreditarsi, “Uomo” che, in simbiosi perfetta con Rocco Tanica, condivide le numerose e complesse parti di tastiera e costituisce il “polo tecnologico” di Elio e le Storie Tese, in continua dialettica con il versante “analogico” di Faso, Meyer e Cesareo, i performer puri del gruppo”.
 
Line up
Elio: voce, flauto
Faso: chitarra basso
Cesareo: chitarra alto
Rocco Tanica: pianola
Christian Meyer: batteria
Jantoman: ulteriori pianole
Mangoni: artista a sè

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