Prezzo latte, industrie snobbano vertice in Regione: allevatori sul piede di guerra

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Sale la tensione sul prezzo del latte. Ieri mattina all’incontro convocato in Regione dall’assessore all’agricoltura Gianni Fava per un confronto con le associazioni di categoria le industrie non si sono nemmeno presentate. “Un atteggiamento ostile – ha detto l’assessore – che avrà ripercussioni nei prossimi mesi sulle scelte che faremo per la ripartizione delle risorse da destinare ai vari comparti della filiera agroalimentare, compreso un progetto per dare liquidità alle imprese lavorando sui crediti Iva. Detto questo – ha aggiunto Fava – se le industrie non hanno bisogno adesso di parlare con la Regione, allora vuol dire che non ne avranno bisogno neppure un futuro anche per altre cose”.

La dura presa di posizione dell’assessore arriva dopo un confronto con la Coldiretti Lombardia e le altre associazioni di categoria per valutare le iniziative da mettere in campo per arrivare a un accordo sul prezzo del latte alla stalla che ormai è vacante dallo scorso aprile, quando è scaduta la precedente intesa. E mentre il latte spot (quello comprato al di fuori dei normali contratti di fornitura annuale) ha raggiunto i 46 centesimi al litro, agli allevatori vengono ancora corrisposti, quando va bene – spiega la Coldiretti – circa 40 centesimi al litro. “Ci sono industrie – dice Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia – che hanno triplicato i bilanci pagando poco il latte agli allevatori. E adesso, con il loro atteggiamento di chiusura, stanno superando qualsiasi limite”.

Un valutazione condivisa sia dall’assessore regionale che dalle altre associazioni di categoria. Per questo Fava ha dichiarato che si impegnerà in un’ultima mediazione con contatti informali sino a venerdì prossimo 19 luglio con una riconvocazione del tavolo di confronto per lunedì 22 luglio. Ma se l’industria dovesse snobbare anche quest’ennesima dimostrazione di buona volontà – spiega la Coldiretti – allora valuteremo ogni possibile iniziativa. “Se vogliono lo scontro frontale non ci sottrarremo” ha ribadito Prandini.

Mentre l’assessore regionale ha annunciato che, se la situazione non si sblocca, per quanto riguarda la società francese Lactalis (che controlla Galbani e Parmalat) scriverà al ministro dell’agricoltura francese per segnalare la questione alle autorità di Parigi. Nel frattempo la Regione ha proposto alle realtà cooperative (Legacoop, Fedagri e Confocooperative) di valutare la possibilità di firmare loro un prezzo del latte di riferimento per quella parte di prodotto che non ricevono dai loro soci che ma che devono acquisire sul mercato.

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