L’approccio inizialmente è sembrato tranquillo, con semplici complementi, ma a Breve ha preso un’altra piega. E’ successo a Quinzano dove un adolescente di origine straniera ha prima abbordato una 19enne, ma ben presto è passato all’aggressione e alle molestie sessuali. Fortunatamente la giovane, benché sotto shock, è riuscita a divincolarsi e ha raggiunto il comando della Polizia locale denunciando l’accaduto. Come riporta il Bresciaoggi i vigili e i carabinieri hanno rintracciato in pochi minuti il 15enne che prima ha negato e poi ha cercato di scappare. Il ragazzino è stato arrestato con l’accusa di molestie sessuali e resistenza a pubblico ufficiale. La misura cautelare è stata convalidata e il ragazzo è stato affidato alla custodia e responsabilità dei genitori e sarà il tribunale dei minori a giudicarlo.
I FATTI: la vittima era in bici quando è stata affiancata dal 15enne che si è avvicinato e con prepotenza ha abbracciato la ragazza toccandole il seno e cercando di baciarla. La 19enne ha reagito ed è riuscita a fuggire. «Non siamo di fronte a un molestatore, ma ad un ragazzino che probabilmente ha bisogno di un supporto psicologico – dichiarano al quotidiano gli agenti intervenuti. Il ragazzino infatti, due giorni dopo il fatto ha cercato di fare lo stesso con la bibliotecaria.
va ri-educato
Vuole solo integrarsi….poveri no
per i razzisti la kyenge é una ossessione. che c’entra la kyenge con la notizia?
Nel quartiere dove abitavo una trentina di anni fa c’era un ragazzo che aveva delle evidenti difficoltà psichiche. Lo conoscevano tutti e nessuno si scandalizzava per i suoi strani comportamenti anche quando cercava di abbracciare e baciare le ragazze: semplicemente la conoscenza del caso e la familiarità con cui si viveva allora aiutava gli abitanti del quartiere a dissuaderlo da attggiamenti invadenti e fastidiosi cercando di intervenire anche attraverso il dialogo con i genitori. I suoi comportamenti venivano perciò controllati dalla comunità che diventava una sorta di famiglia allargata che si preoccupava per lui e per chi veniva fatto oggetto delle sue attenzioni.
Le cose non funzionavano alla perfezione, ma la collettività si era inventata comunità terapeutica e di sostegno, sostituendosi all’attività che avrebbero dovuto svolgere i servizi sociali che purtroppo erano fortemente carenti.
Tutto ciò probabilmente manca a questo ragazzino di 15 anni che, vuoi per ignoranza, per indifferenza, per isolamento o forse anche per malafede, non ha trovato un adeguato sostegno o un aiuto a superare le sue difficoltà.
Qui l’integrazione c’entra eccome, ma non come la intendono certi commentatori!