Piccole media Imprese, Gitti (Sc): favorire la capitalizzazione delle aziende italiane

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Nell’ordine del giorno il cui la Camera impegna il Governo ad adottare iniziative a favore delle piccole medie imprese, c’è la proposta di legge dell’onorevole Gitti Misure fiscali per favorire le operazioni di capitalizzazione e di finanziamento a sostegno delle piccole e medie imprese,

DI SEGUITO L’ODG

La Camera, premesso che:

    le difficoltà di accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese, soprattutto nell’attuale congiuntura economica, hanno solo confermato i limiti strutturali di un sistema essenzialmente «bancocentrico» che ha operato un deciso razionamento delle risorse finanziarie a disposizione delle imprese italiane, in un momento nel quale, al contrario, sarebbe stato necessario un maggior sostegno ed afflusso di liquidità a sostegno del sistema produttivo italiano; l’ossatura del nostro sistema industriale, infatti, è rappresentato quasi esclusivamente da piccole e medie imprese che si caratterizzano per una cronica sottocapitalizzazione, una totale dipendenza dal credito bancario quale fonte pressoché unica di finanza esterna e lo squilibrio diffuso tra fonti finanziarie di medio/lungo e breve termine, con eccessivo impiego di queste ultime rispetto al totale delle fonti; nonostante negli ultimi anni siano stati introdotti alcuni strumenti legislativi aventi l’obiettivo di contrastare le criticità ricordate, dobbiamo constatare che queste non sono state in grado di incidere in modo apprezzabile sul problema.

In ordine strettamente temporale, possiamo menzionare: la riforma della deducibilità degli interessi passivi per soggetti IRES ex articolo 96 del T.U.I.R. introdotta dalla Legge finanziaria 2008, che invece di contrastare la sottocapitalizzazione delle PMI ha finito per penalizzare le imprese più deboli; il cosiddetto «Aiuto alla crescita economica» (ACE) introdotto dal decreto «Salva Italia» (legge 201 del 2011) a partire dall’anno 2011, diretto a favorire la capitalizzazione delle imprese mediante una riduzione dell’imposizione sui redditi derivanti dal finanziamento attraverso il capitale di rischio, risultato palesemente insufficiente nella misura prevista; le cosiddette «Cambiali Finanziarie» e i «Mini Bond», introdotti dall’articolo 32, comma quinto, del decreto-legge n. 83/2012.

Per consentire al sistema economico di essere competitivo e di agganciare la ripresa economica è necessario favorire la capitalizzazione delle aziende italiane, mitigare gli effetti negativi della tassazione degli interessi passivi acuiti dalla crisi economica, contrastare la dipendenza unica delle PMI dal sistema bancario ed infine ridurre il rischio di rifinanziamento delle imprese italiane eccessivamente esposte all’incertezza del debito a breve termine, il tutto attraverso un’azione incentrata sulla leva fiscale, impegna il Governo ad adottare ogni utile iniziativa, anche di tipo legislativo, finalizzata ad eliminare le criticità citate in premessa rendendo innanzitutto effettivamente fruibili gli strumenti disponibili a legislazione vigente da parte delle piccole e medie imprese italiane che potranno in tal modo svincolarsi definitivamente dalla totale dipendenza dal sistema bancario quale unica fonte di approvvigionamento di risorse finanziarie.

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