Rilevazione Aib, diminuisce la produzione industriale nel terzo trimestre

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Nel terzo trimestre del 2013 – secondo le rilevazioni del Centro studi di AIB – l’attività produttiva delle imprese manifatturiere bresciane ha registrato una contrazione, perlopiù giustificata da fattori stagionali legati alla chiusura nel mese di agosto della maggior parte degli stabilimenti produttivi. Al netto di tale componente, il made in Brescia sembra invece aver intrapreso un percorso di moderato recupero anticipando, come di consueto, la svolta ciclica relativa all’economia italiana che dovrebbe progressivamente delinearsi nei prossimi mesi. Nel dettaglio, la produzione industriale in provincia di Brescia ha evidenziato un calo congiunturale del 2,0 per cento, mentre il tasso tendenziale (ossia la variazione dell’indice nei confronti dello stesso periodo dell’anno precedente) risulta negativo per l’ottava rilevazione consecutiva (-2,3 per cento). La dinamica congiunturale destagionalizzata (al netto cioè degli effetti derivanti dal minore numero di giorni lavorativi nel trimestre estivo rispetto a quello immediatamente precedente) è invece positiva (+1,2 per cento). Il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe nel 2013 qualora l’indice della produzione non registrasse alcun movimento nei rimanenti mesi dell’anno, è pari a -4,1 per cento. La distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) è molto elevata e si attesta a oltre il 30%.

 

Le prospettive a breve propendono per il consolidamento delle tendenze in atto: gli ordinativi provenienti dal mercato domestico rimarranno ancora deboli, appesantiti dall’endemica debolezza del mercato del lavoro e dalle perduranti restrizioni sul credito a famiglie e imprese; gli ordinativi dai mercati esteri forniranno un contributo positivo alla domanda aggregata, di cui ne beneficeranno soprattutto le imprese con la migliore propensione all’export. L’attività economica si sta infatti riprendendo nei principali Paesi industrializzati, mentre in quelli emergenti si vanno dissipando i timori di un arresto della crescita. Un elemento che potrebbe rallentare la ripresa nei Paesi dell’eurozona, quindi in Italia, è la rivalutazione dell’euro rispetto alle altre principali valute internazionali (dollaro e yen), che indebolirebbe la competitività delle nostre esportazioni. 

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