Quella degli otto treni soppressi sulla linea Milano-Venezia non sembra una polemica destinata ad esaurirsi nel breve periodo. Anzi. Dopo la decisione di regione Lombardia di finanziare (in parte) il mantenimento delle corse, tanto preziose per migliaia di pendolari che ogni giorno devono raggiungere università e luoghi di lavoro, ora sono le parole dell’ “ad” delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, a riaccendere gli animi dei pendolari. L’idea, giudicata dalla stesso Moretti “impopolare” prevede biglietti più cari nelle ore di punta per svuotare i treni locali stracarichi di quasi 3 milioni di pendolari.
Ma qual’è il fine? Attraverso “fasce tariffarie differenziate come esistono negli altri Paesi” si punta a “l’incentivazione e la dincentivazione di certi orari”, spiega Moretti sulle pagine del quotidiano locale Giornale di Brescia. I biglietti dei treni più affollati dovrebbero quindi costare più degli altri. Non è mancata la risposta negativa delle associazioni di consumatori Federconsumatori e Adusbef che, dietro le fasce tariffarie differenziate, vedono “un’intollerabile stangata a carico dei cittadini costretti a viaggiare in condizioni inumane su convogli sporchi, vetusti e sovraffollati”.
Solo da noi può succedere che l’amministratore delegato di una società remi contro la stessa.
Disincentivare il trasporto pubblico? Ma per caso ti paga la fiat? O la società autostrade?