L’uomo e la montagna. Escursioni nel contemporaneo

0

La fotografia di Francesco Cito, Lucia Covi, Michele Miorelli e Stefano Isidoro Radoani insieme ai disegni di Antonio Stagnoli e alla scultura di Ciro Roberto Cipollone saranno in mostra da domenica 22 dicembre 2013 a domenica 2 febbraio 2014 nell’antica chiesa di San Barnaba a Bondo (Tn) per l’evento culturale “L’uomo e la montagna. Escursioni nel contemporaneo”. Il progetto culturale è a cura del giornalista e critico di fotografia Giovanni Pelloso e di Mario Zanetti, ideatore dell’evento e animatore dello Studio d’Arte Zanetti di Bagolino (Bs) – fucina di idee e di progetti dedicati alla valorizzazione del territorio e della sua cultura – spazio espositivo dove per l’intera durata dell’evento sarà esposta una selezione delle opere degli artisti coinvolti.

 

“L’uomo e la montagna. Escursioni nel contemporaneo” si inserisce in un progetto culturale rivolto alla scoperta dell’arte e della cultura come mezzo di interazione tra territori e comunità, concepito con l’obiettivo di sostenere la profonda e concreta riscoperta del territorio alpino, tendenza sempre più attuale che lo Studio d’Arte Zanetti interpreta con percorsi artistico culturali di respiro internazionale, studiati per la valorizzazione e la promozione del territorio locale. Come sottolinea Zanetti infatti “La bellezza è cura, è manutenzione, è creazione che non si contrappone a ciò che dobbiamo conservare e valorizzare. La bellezza è la  principale specificità che il mondo riconosce all’Italia, lì stanno le nostre radici e lì si deve puntare. Scommetterci non è un vezzo ma la chiave per disegnare un futuro oltre la crisi.”

 

Protagonista dell’esposizione, che inaugura sabato 21 dicembre alle 17.30 nell’antica chiesa di San Barnaba a Bondo, è la montagna, con le sue vallate, i torrenti e le cascate, i sentieri, le unità rurali e i villaggi, scorci del panorama trentino e bresciano.

 

Come sottolinea Giovanni Pelloso “gli autori in mostra offrono un tempo della visione e della riflessione”. Il fotoreporter Francesco Cito nei suoi scatti realizzati tra le Dolomiti del Trentino “si concentra” – come spiega Pelloso –  “sull’uomo, rendendo testimonianza dell’azione del consumatore, più o meno consapevole, dell’alpe. Il bianco e nero della fotografia consente di distinguere alcune presenze: sono le sagome di uomini e di donne che solcano la dura terra, ma sono anche le tracce evidenti e minacciose dello sfruttamento delle risorse e delle ferite inferte a un ecosistema complesso e fragile”. Lucia Covi coglie invece con le sue opere frammenti di natura, la forma e il colore della materia, temi cari alla sua ricerca artistica: ecco dunque particolari di alberi e corsi d’acqua, distese di neve e solitari fienili in cui sembra regnare “un sublime silenzio”.

 

Anche le altre opere fotografiche presenti in mostra indagano il rapporto fra uomo e montagna, scegliendo ogni volta un diverso punto di vista: Michele Miorelli analizza il dialogo attuale con la natura e il rapporto tra l’ambiente e chi lo abita, tramite immagini di antichi mestieri e tradizioni con il fine di “comprendere quanto il nuovo millennio contempli ancora una cultura del dialogo con la natura, nella convinzione che questo rapporto, per la sopravvivenza stessa dell’uomo, non possa risolversi nella separazione, nell’isolamento, nell’esperienza dell’aggressione e del dominio“. Agli spazi aperti, alle distese infinite, tra creste e ghiaioni, guarda con l’occhio del cartografo Stefano Isidoro Radoani”, spiega Pelloso. Il lavoro del fotografo trentino diventa un racconto per immagini, che dalle catene montuose scende fino alle vallate. “In lui risiede il desiderio di esplorare e di documentare il territorio complessivo, di selezionare e di classificare, di offrire un’occasione di conoscenza, di tradurre l’essenziale e di evidenziare in forma fotografica qualità e quantità, le relazioni della realtà indagata, la memoria di un presente oggi più che mai fragile” analizza il critico.

 

Nei volti severi e nelle mani segnate dalla fatica disegnati da Antonio Stagnoli, maestro 91enne decano degli artisti bresciani, si legge lo sforzo e la tenacia di un popolo di lavoratori che da sempre lotta per addolcire il territorio montano, impervio e faticoso.Ciro Cipollone, con le sue sculture create grazie a materiali di recupero, si concentra sui valori del riutilizzo dei materiali cari alla civiltà contadina, che si caratterizza per la conservazione, la salvaguardia e la ricerca dell’equilibrio tra l’attività umana e la tutela ambientale. Per tutta la durata dell’evento si susseguiranno incontri tematici, concerti e presentazioni che coinvolgeranno il pubblico locale e i turisti che trascorreranno sul territorio le festività natalizie.

 

La newsletter di BsNews prevede l'invio di notizie su Brescia e provincia, sulle attività del sito e sui partner. Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy, che trovi in fondo alla home page.

Lascia una risposta (la prima volta la redazione deve accettarla)

Per favore lascia il tuo commento
Per favore inserisci qui il tuo nome