Polizia stradale, Silp Cgil: “A Brescia prossimi alla paralisi senza nuove auto”

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L’attuale dibattito sull’introduzione della fattispecie di reato di omicidio stradale come strumento legislativo che consenta una maggiore sicurezza stradale e giustizia per le vittime non deve, vista la rilevanza degli incidenti stradali sulla comunita’, far perdere di vista l’importanza che ha, da sempre, la prevenzione. Lo sostiene il Silp-Cgil di Brescia, il cui segretario, Luigi Sepe, ritiene che per garantire una maggiore sicurezza stradale "necessitano investimenti da destinare ai controlli e alle infrastrutture", potenziando la presenza degli operatori e dei mezzi necessari allo scopo.

Per Sepe, al di la’ di possibili interventi di natura penale, vanno sostenute, con decisione, ”le proposte di modifica normativa tese all’inasprimento delle sanzioni per comportamenti particolarmente pericolosi e lesivi dell`incolumita’ e della sicurezza degli utenti della strada”. A questo proposito,  ”la riduzione, dell’organico prestabilito di oltre 2.600 operatori di Polizia stradale rispetto ai 16.000 previsti; agenti che hanno l’importante compito di esercitare un’attivita’ di controllo e di prevenzione lungo le arterie della viabilita’ ordinaria e autostradale non ha aiutato in tutto questo”. Cosi’ come, "non aiutera’ una revisione dei presidi esistenti ispirata, unicamente, alla soppressione degli stessi, in nome di una non ben definita ridistribuzione di risorse sul territorio".

Nonostante la consapevolezza circa le conclamate difficoltà derivanti dall’attuale situazione economica del Paese e dalla stringente morsa della revisione della spesa che addenta con maggiore tenacità il comparto sicurezza per cui, buona parte degli Uffici e/o Reparti della Polizia di Stato versano da tempo in una situazione stagnante in relazione alla grave carenza di risorse con inevitabili ripercussioni anche sull’aspetto dei parchi auto, il SILP un mese fa si è fatto portavoce  presso il Ministero degli interni per denunciare la cronica carenza di mezzi della realtà bresciana, oramai, fuoriuscita dagli argini della sopravvivenza veicolare, del tutto fuori controllo e destinata in tempi rapidi a sicura paralisi se non vi sarà un’iniezione importante in termini di distribuzione di auto e relativi fondi a riguardo.

Sepe conclude sostenendo che, in termini generali, la ridistribuzione delle risorse umane e dei mezzi sul territorio dovrebbe tener conto, di una sicurezza intesa quale "tutela dei cittadini a livello di uffici distaccati, costituita da sottosezioni e distaccamenti, spesso dislocati nei piu’ lontani territori della penisola, unici avamposti di un modello di sicurezza di prossimita’ che ha reso, per molti anni, un importante quanto essenziale servizio per il Paese”.

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