Visita Kyenge, Beccalossi risponde al Pd: “Il diritto di dissentire è democrazia. Non mi dimetto”

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Continuano le polemiche dopo la visita del ministro Kyenge a Brescia di sabato 11 gennaio. Il Pd di Brescia, dopo i fatti successi durante le manifestazioni di protesta contro il ministro dell’Integrazione, con una nota, ha chiesto le dimissioni dell’assessore all’Urbanistica della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi, intervenuta insieme ai manifestanti per protestare contro la politica del ministro.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA DELL’ASSESSORE BECCALOSSI:

"Respingo al mittente la richiesta di dimissioni. Invece di prendere le distanze da chi ha impedito, con minacce e insulti, il legittimo diritto di manifestare civilmente e democraticamente il proprio dissenso, il PD toglie la maschera e, in barba al rinnovamento e al modernismo del neosegretario Renzi, sfodera la sciabola della sinistra più vecchia e si schiera al fianco dei Centri Sociali e degli extracomunitari (tutti regolari?) che sabato a Brescia hanno provato a vietare a cittadini italiani che pagano le tasse e rispettano la legge di dissentire dalle politiche del ministro Kyenge".

Viviana Beccalossi, assessore regionale della Lombardia e dirigente di Fratelli d’Italia, commenta così la richiesta delle sue dimissioni dalla giunta presieduta da Roberto Maroni, resa pubblica oggi dal PD di Brescia e diffusa da alcuni mezzi di informazione.

"Desidero ancora una volta – prosegue Viviana Beccalossi –  ringraziare i rappresentanti delle forze dell’ordine. Gli agenti, infatti, a testimonianza di quanto accaduto, sono dovuti intervenire per salvaguardare la mia incolumità da minacce ed attacchi, perché giova ricordare per l’ennesima volta che le vittime di minacce e insulti sono stati la sottoscritta e i manifestanti di centrodestra”.

"C’è infine da dire – conclude Viviana Beccalossi – che il Pd è però coerente con il modo d’agire del suo ministro Cecile Kyenge. Un’azione, la loro, basata ancora una volta su un razzismo al contrario. Non solo richiesta di soldi per l’integrazione degli stranieri e graduatorie e regole che favoriscono chi non è italiano nell’accesso alle case popolari, agli asili e alle mense scolastiche; ora c’è anche la discriminazione nel manifestare il dissenso. Per il Pd, extracomunitari e  antagonisti possono dire e fare ciò che vogliono, mentre gli italiani di centrodestra devono tacere e subire. Con me, i compagni del Pd, hanno sbagliato indirizzo. Nel rispetto delle regole e della democrazia continuerò ad esprimere il mio pensiero".

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8 Commenti

  1. Ma quelli del pd non si vergognano? una loro connazionale eletta dai cittadini viene insultata da un nugolo di immigrati e loro si schierano con gli immigrati, vergogna!

  2. Caro utente "Tacere e subire" , ci sembra che Voi facciate un poco di confusione.Tutto si può dire del "ventennio berlusconiano" ma che in Italia sia mancata la libertà ci sembra una grossa e grassa c…ata.Vedesi tutte le manifestazioni , spesso vilente dell’ estrema sinistra …..La libertà manca solo a chi contesta CIVILMENTE l’obbrobrio della tanto osannata società multirazziale.

  3. Il PD non sa cosa sia la vergogna, ha voluto la Kyenge solo per dare dimostrazione delle sue larghe vedute, adesso non sa più che pesci pigliare, ogni mossa della Kyenge sono 1.000 iscritti in più ai partiti xenofobi. Per rispetto dei molti extracomunitari onesti fermatela!

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