Cgil, da Brescia oltre 300 domande di messa in mobilità alla Regione

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La commissione mobilità della provincia di Brescia riunitasi ieri 16 gennaio 2014, ha inviato alla Regione 304 nuove domande di messa in mobilità di lavoratrici e lavoratori licenziati nel territorio bresciano.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO DI CGIL

Oltre trecento le domande di messa in mobilità inviate alla regione altre 80 circa già richieste saranno inserite nel mese di febbraio in quanto gli uffici non sono riusciti a completare l’iter burocratico necessario, visto il numero di domande.I dati della messa in mobilità legge 223 del mese di gennaio sono dati che preoccupano per la tenuta economica del nostro territorio che non vede attenuarsi la continua emorragia di perdita di posti di lavoro che coinvolge tutti i settori produttivi ( commercio servizi edilizia industria).Inoltre nel mese di gennaio ci sono molte piccole aziende che non usufruiscono della Legge 223 che hanno richiesto incontri sindacali per affrontare il tema esuberi.

La situazione occupazionale della nostra provincia è ancora molto in sofferenza e sono centinaia al mese i lavoratori e lavoratrici che stanno perdendo il posto di lavoro.Vanno utilizzati tutti gli ammortizzatori sociali indispensabili per impedire i licenziamenti, cassa integrazione ordinaria e straordinaria, cassa in deroga ( ricordiamo che si è raggiunto l’accordo regionale per prorogarla fino al 31 marzo 2014) contratti di solidarietà difensivi previsti dalla normativa che coprono il 70% della retribuzione dei lavoratori e delle lavoratrici , sostenuti anche dalla delibera regionale che ha spostato fondi europei per favorire l’allargamento dello strumento anche ad aziende che non potrebbero usufruirne e per dare un sostegno economico aggiuntivo a quanto previsto dalla normativa.

Riteniamo indispensabile  aprire un confronto serio sul tema della redistribuzione del orario di  lavoro attraverso l’utilizzo di contratti di solidarietà estensivi che attivino  nuova occupazione,riducano l’orario di lavoro senza perdita di salario a coloro che sono occupati,favoriscano la formazione continua di tutti i  lavoratori nelle aziende. Da tempo sul nostro territorio abbiamo avanzato questa proposta, nei giorni scorsi l’abbiamo avanzata anche alla Regione Lombardia che sta discutendo dove collocare i Fondi Strutturali Europei per gli anni 2014-2020,siamo convinti che è una strada necessaria e perseguibile che va intrapresa nell’immediato.

 

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