Consigli di Quartiere, Bragaglio (Pd): “Banco di prova positivo, anche per il voto agli stranieri”

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Con un comunicato l’ex consigliere del Pd, Claudio Bragaglio, esprime la propria soddisfazione per la proposta dell’assessore Fenaroli di costituire, in sostituzione alle circoscrizioni, dei Consigli di Quartiere, dove sia aperto il voto amministrativo a tutti i residenti del quartiere, stranieri compresi.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO:

La costituzione dei Consigli di Quartiere rappresenta un fatto positivo. Parte qualificante del Programma del sindaco Del Bono, essa costituisce altresì un banco di prova d’un confronto reale tra le forze politiche. I “nuovi quartieri” proposti dall’assessore Fenaroli e positivamente accolti dalla Commissione consiliare, rappresentano di per sé una rilevante novità per la città e creano le condizioni per risolvere su un terreno propositivo anche alcuni problemi aperti – tra questi il voto agli stranieri residenti – evitando ogni tentazione strumentale. Provandoci con speranza, quand’anche fosse contro ogni speranza.

La complicata fase nazionale non aiuta. A rischio pure quella bresciana, basti pensare alle polveri recentemente attizzate contro la ministra Kyenge dall’assessora regionale Beccalossi e dal consigliere Rolfi. Il tentativo è di mantenere fermo un ragionamento senza farsi troppo condizionare dalle convulsioni xenofobe che attorcigliano la Lega. Imbarazzante un presidente come Maroni – che certo non è un Cota – ma che si ritrova a dover subire un Salvini, abbracciato all’estrema destra d’una Le Pen ed esagitata controfigura ormai d’un Borghezio. Ma parlando dei Quartieri, anche sul tema delicato del voto agli stranieri, val la pena di confrontarci. E convintamente.

Integrazione e sicurezza, legalità e cittadinanza, lo sappiamo bene, non possono che tenersi insieme. Così pensava anche il PDL quando sottoscrisse una proposta parlamentare per il voto amministrativo agli stranieri. Stessa cosa quando un apprezzabile Maroni-ministro disse che per il voto amministrativo se ne poteva parlare. Per non dire poi di Tosi, sindaco di Verona (e per Paroli un modello a Brescia), che s’è dichiarato “orgoglioso” del voto che gli veniva anche dagli stranieri.

Ragionevolezza d’un confronto, quindi. Alludo, alle “perplessità, ma non contrarietà” manifestate da Gallizioli, capogruppo della Lega. Anche se va aggiunto, ma solo per amor di cronaca, che il centro destra bresciano ci ha pure abituati a sorprendenti giravolte. Proclami del mattino che non hanno attraversato indenni neppure il breve spazio del pomeriggio. Oppure – e penso a scelte qualificanti (Metrò, Termovalorizzatore, ASM-A2A,..) – l’esser riusciti nel corso del tempo a sostenere tutto ed il suo contrario. Valga l’esempio del Metrò, previsto nei programmi e sottoscritto da amministratori del centro destra, contro cui s’è organizzato un referendum e mantenuta una contrarietà di fondo. Anche nel bel mentre Berlusconi lo esibiva come un suo successo sulla famosa lavagna, da Vespa. Questo, non per divagare o polemizzare, ma per sollecitare chiarezza.

Nel 2011 la Circoscrizione Centro, di centro destra e presieduta dal dott. Bonardi (PdL), aveva approvato per la Consulta della Stazione il voto attribuito a tutti i “residenti”, con riferimento esplicito anche ai residenti stranieri. Poi da Rolfi venne il “contrordine”, con relativa giravolta della Circoscrizione.

Ma poi è stato lo stesso vicesindaco Rolfi a riaprire la questione. Infatti in due sedute di Commissione (25 maggio e 24 ottobre del 2011) si son prese in esame le proposte della Giunta Paroli. Ed una di queste prevedeva: proprio la “elezione diretta con voto aperto a tutti i maggiorenni anagraficamente residenti nel territorio di riferimento”. Senza neppure l’opportuna previsione, fatta invece da Fenaroli, dei cinque anni di residenza.

Al riguardo va ricordato che in Italia rimane inapplicata la norma della Convenzione di Strasburgo, che è del 1992, sul voto degli stranieri nella vita amministrativa locale, E che su tale questione vi è pure un pronunciamento dell’ANCI nazionale, sottoscritto anche dai sindaci del centro destra.

Nulla a che vedere con il lucro delle utilità elettorali, come molti sono invece propensi a credere, anche da opposti versanti. A riprova di questo basta verificare le intenzioni di voto degli stranieri, che son disponibili in rete. Esse sono una gran sorpresa e demoliscono luoghi comuni che van per la maggiore. Il tema del voto dev’essere quindi collocato solo all’interno d’un percorso democratico, di partecipazione degli stranieri e d’integrazione nella vita sociale d’una città. A partire appunto dai Quartieri di residenza.

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