Caso Sirani, Fipe-Confcommercio: legittimi i ristoranti no kids

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Commentando la decisione del ristorante di Bagnolo Mella (Brescia) di impedire l’accesso nel suo locale ai bambini sotto i dieci anni dopo le ore 21, il Presidente della Fipe-Confcommercio, Lino Stoppani, ha detto: “Da un punto di vista formale, il provvedimento non presenta criticità. Un pubblico esercizio può rifiutare una prestazione se esistono giustificati motivi che lo impongono. Gli schiamazzi, il pianto o le intemperanze proprie dei piccoli possono costituire valide giustificazioni. Inoltre, un esercente ha il diritto di caratterizzare la sua offerta, imponendo dei vincoli di accesso – sul vestiario, sul genere, sull’età, eccetera – assumendo i rischi imprenditoriali conseguenti.

Ogni vincolo di accesso pone un limite commerciale che può indebolire o rafforzare la scelta a secondo del gradimento che la stessa riceve. Inoltre – prosegue Stoppani – è da considerare che l’eventuale somministrazione di alcol ai minori effettuata dai loro genitori all’interno dei pubblici esercizi è imputabile alla responsabilità penale dell’esercente. È questa una fattispecie che rafforza il diritto a regolamentare la frequentazione dei pubblici esercizi.

Il provvedimento ha anche riflessi educativi e sociali che non spetta alla Fipe commentare – conclude Stoppani – ma che completano un ragionamento che giustifica decisioni che potrebbero essere non correttamente interpretate, ma assolutamente legittime”.

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3 Commenti

  1. Premettendo che posso essere d’accordo con Stoppani circa la legittimità della scelta affrontata dal ristorante Sirani, poiché ho sempre pensato che un esercizio commerciale privato sia libero di applicare determinate politiche e scelte, talvolta anche impopolari, pagandone le dovute conseguenze, mi chiedo pero’ una cosa:
    Chi stabilisce la legittimità delle motivazioni addotte a tali politiche quando queste motivazioni sono generalizzanti oppure escludenti categorie che potenzialmente potrebbero essere passibili di inclusione anche piu’ delle categorie imputate? Mi spiego meglio esemplificando. Chi decide ed assicura che un bambino possa arrecare disturbo? Ci sono bambini tranquilli e bambini molesti, non si può generalizzare su di una categoria così vasta a prescindere. Inoltre, una comitiva di adolescenti od anche adulti, magari un po’ brilli, possono essere molto piu’ "casinisti" (mi si passi il termine) di un neonato, senza pero’ ,in questo caso, essere discriminati.

  2. Ritengo il divieto una Discriminazione! Ma come e\’ possibile, siamo ormai un paese di vecchi, invece di incentivare e favorire le famiglie con figli le discriminiamo, e\’ molto triste tutto questo e sintomo di un Paese senza futuro!

  3. É anche vero che molti genitori però se ne fregano dei bambini e li lasciano correre e fare caos nel locale mentre loro si fanno i cavoli loro senza richiamarli…un ristorante non é un Kinder garden…se poi x malaugurato caso un bambino si fa male perché si é tirato addosso un vassoio di bicchieri,rompono il ca… al ristoratore…..ma vi sembra corretto?…i bambini vanno "anche" educati alla convivenza e al rispetto degli altri ovunque!…non perché é sabato sera possono fare il cavolo che vogliono..

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