Al Museo di Scienze #tufailadifferenza: incontro formativo sulle buone pratiche della raccolta rifiuti

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Il 22 aprile al Museo di Scienze naturali in via Ozanam a Brescia andrà in scena #tufailadifferenza, un incontro tecnico-formativo sulla gestione dei rifiuti e buone pratiche della raccolta differenziata. L’incontro aperto al pubblico (ingresso libero) è patrocinato dal comune di Brescia – Assessorato all’ambiente.

#tufailadifferenza sarà incentrato su un’analisi prettamente tecnica dei vari sistemi di gestione rifiuti (e di raccolta) e sulle buone pratiche della raccolta differenziata. Un occasione di (in)formazione su una tematica calda riguardante la città di Brescia e il suo futuro. L’evento sarà moderato da Stefano Ambrosini, Consigliere Comunale Delegato IT&Ambiente di Gardone Riviera (BS). Tra i relatori Enzo Favoino della Scuola Agraria di Monza, Stefano Riedi della Savno Treviso e Simone Larini, consulente ambientale.

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1 COMMENT

  1. Stefano Ambrosini è un ottimo Assessore, cultore, propugnatore, fan, sostenitore del sistema porta a porta. Che tipo di moderazione avrà?

  2. Carissimo Moderato chi (interesante il non pubblicare ne un nikc ne un nome nei commenti).
    Semplicemente sono l’ideatore dell’evento e ho cercato di far venire a brescia tre tecnici tra i migliori a livello nazionali per parlare delle loro esperienze.
    Sarà interessante sentire un bacino di successo come SAVNO nella gestione dei rifiuti oppure Enzo Favoino che ha sempre seguito la raccolta nei grandi centri abitati del milanese.

    Ti invito a venire per riuscire ad avere un’informazione un po’ meno filtrata e soprattutto senza conflitti di interesse sulla città e sulla provincia di brescia.

    P.s. non sono mai stato un sostenitore del porta a porta per partito preso. Dopo aver visionato e studiato i vari sistemi disponibili in Italia e all’estero ho raggiunto il risultato che la raccolta domiciliare fosse la migliore per raggiungere alti livelli QUANTITATIVI ma soprattutto QUALITATIVI di raccolta differenziata.
    A questa conclusione è arrivata anche REGIONE LOMBARDIA – nota organizzazione ambientalista (!) – con il Piano Regionale di Gestione Rifiuti di Regione Lombardia 2013 dove si evince che:
    1. ” I sistemi di raccolta stradali dei RU possono presentarsi in due varianti sostanziali, determinate dalla tipologia di cassonetti/contenito ri individuati per la raccolta: l’approccio “classico” prevede la collocazione di cassonetti fuori-terra muniti di ruote con volumetrie variabili dai 660litri ai 3000litri.
    Un’impor tante variante a tale approccio è data dal ricorso a contenitori sotterranei; anche in questo caso si ricorre a contenitori di volumetria variabile da 700 litri a oltre 5000litri …
    Va sottolineato che in termini di efficienza ed efficacia delle RD entrambe le soluzioni presentano evidenti limiti, legati all’impossibilità di controllare il comportamento delle utenze al momento dell’asportazione dei rifiuti…
    2. Anche l’installazione di dispositivi di identificazione delle utenze quali calotte o apertura mediante scheda/badge, se da un lato consentono di individuare le utenze, e di disincentivarle al conferimento di rifiuti indifferenziati, dall’altro non permettono intrinsecamente un controllo efficace della qualità (in termini di purezza merceologica) dei rifiuti conferiti al circuiti della RD, soprattutto per quanto riguarda la FORSU che è la frazione chiave per il raggiungimento di elevati obiettivi di qualità e quantità. Da alcune esperienze analizzate, infatti, Il cittadino non attento infatti potrebbe essere spinto a conferire nel contenitore della FORSU (senza calotta, e senza sportello limitante) i suoi rifiuti indifferenziati in caso di scarsa attenzione (passanti, cittadini non sensibili alla differenziazione) o di malfunzionamento della calotta. L’investimento aggiuntivo (in termini di attrezzatura) non sembra quindi a priori in grado di garantire al contempo quote di raccolta differenziata che, seppur elevate, presentino buoni standard di qualità. Si tratta comunque di una soluzione che è possibile valutare per particolari e limitate situazioni urbanistiche.
    3. Come ricordato in precedenza, la raccolta domiciliare è già applicata con successo e da tempo nel territorio Lombardo ed allo stato attuale coinvolge 1081 Comuni (pari al 70% del totale); è pertanto ipotizzabile la sua estensione in maniera sostanzialmente omogenea in tutto il territorio regionale.
    4. I circuiti di raccolta a domicilio presentano notevoli vantaggi per la gestione dei rifiuti raccolti in maniera differenziata, dal punto di vista sia quantitativo (intercettazione pro-capite) che qualitativo (basse percentuali di materiali estranei); questo risultato è possibile attraverso una elevata personalizzazione del servizio, in termini di volumi di raccolta e di frequenze di asportazione dei rifiuti, a seconda della tipologia di utenza servita e delle caratteristiche del territorio di riferimento. La qualità dei conferimenti è controllabile ex-post presso ciascuna utenza, durante la fase di raccolta dei rifiuti permettendo in questo modo di attivare azioni di informazione, correzione ed eventuale sanzione derivanti da conferimenti non corretti. E’ quindi evidente e riscontrato nella pratica operativa ormai consolidata da 20 anni che tali modelli di raccolta consentano di raggiungere gli obbiettivi di gestione dei RU stabiliti nelle Norme di Pianificazione Regionale.

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