Renzi vuole eliminare il segreto di Stato sulle stragi. Per Manlio Milani il problema e’ piu’ complesso

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Desecretare gli atti delle stragi che hanno insanguinato l’Italia. A dirlo, nella giornata di domenica, su Repubblica in un’intervista concessa a Claudio Tito, è il Presidente del Consiglio Matteo Renzi: "Venerdi al Cisr (il Comitato per la sicurezza nazionale, ndr) accogliendo un suggerimento del sottosegretario Minniti e dell’ambasciatore Massolo, responsabile del Dis, abbiamo deciso di desecretare gli atti delle principale vicende che hanno colpito il nostro Paese e trasferirli all’Archivio di Stato. Per essere chiari: tutti i documenti delle stragi di Piazza Fontana, dell’Italicum o della bomba di Bologna. Lo faremo nelle prossime settimane. Vogliamo cambiare verso in senso profondo e radicale".

A distanza di un paio di giorni Manlio Milani di Casa della Memoria, sulle colonne di Bresciaoggi (in edicola stamane) commenta le dichiarazioni del premier ribadendo, come già più volte fatto in passato, che il problema per Piazza Loggia non è più quello del segreto di Stato: «Con la legge 3 agosto del 2007 è stata stabilita la temporizzazione del segreto di Stato che va da un minimo di 10 anni a un massimo di 30. Per la Strage di Piazza Loggia il problema quindi non si pone: quest’anno si celebra il quarantesimo».

Secondo Milani il problema vero, per la "nostra" strage ma ormai anche per le altre, è se mai un altro, ed è legato al metodo d’indagine, al coordinamento delle indagini e all’informatizzazione delle procedure. Sempre sul quotidiano in edicola stamane, prosegue Milani: «Per le inchieste su piazza Loggia un problema era stato la distruzione dei documenti di Padova. Ma al momento il problema bresciano è rappresentato da cosa si potrebbe trovare. Il vero segreto di Stato è il silenzio, il far passare il tempo. Più passa il tempo, più le cose si diluiscono, magari escono 50/60 anni dopo, ma è cambiato tutto. Il messaggio di Renzi quindi va benissimo, ma dev’essere chiaro l’obiettivo: non il segreto di Stato in sè, ma quell’insieme di atti che permettono la messa a disposizione insieme dei documenti».
(a.c.)

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