Domenica, per dieci minuti, un pennacchio di fumo nero si è alzato dall’inceneritore cittadino di via Codignole facendo temere ai cittadini un nuovo blackout del sistema. In realtà, come ha spiegato A2A interpellata sull’evento dal Corsera di Brescia, si sarebbe trattato di “un transitorio mal funzionamento dell’impianto che ha generato, per un breve istante, un pennacchio di fumo, comunque nel pieno rispetto dei limiti di emissione di tutti i parametri”.
Niente blackout del sistema quindi, come era già successo l’8 agosto scorso, ma solo un momentaneo distacco della corrente causato dalle forti perturbazioni della giornata,ma subito arginato dall’entrata in funzione dell’impianto elettrico di emergenza. Per dimostrare che il fatto non ha avuto ripercussioni sulle fonti di emissione, A2A ha inviato al Corsera su indicazione dell’assessore all’Ambiente, Gianluigi Fondra, i dati del monitoraggio in continuo che dimostrano emissioni altamente inferiori alla norma sia per ossidi d’azoto che per acido cloridrico e polveri sottili. L’unico dubbio resta l’assoluta estraneità dichiarata da Arpa che, secondo le parole della sua direttrice Maria Luisa Pastore non è “stata informata di nulla”. “Provvederemo a verifiche”, ha concluso. Alla luce di un blackout e mezzo in meno di un anno e dei potenziali rischi che ulteriori eventi di questo genere potrebbero provocare, che l’inceneritore accusi i primi acciacchi dell’età?
E per le diossine?
Malfunzionamento dell’impianto non di una lavatrice di casa, ma di un inceneritore di una milionata di tonellate di rifiuti l’anno. Senza informare l’Arpa, ovviamente. Che Dio ci protegga, noi, figli, nipoti e pronipoti…
quando c’è un malfunzionamento all’inceneritore il sistema di monitoraggio in continuo viene bloccato automaticamente e non registra niente, quindi è logico che non ci sono parametri sballati….o no?