Made in Lombardy, singolare protesta del leghista Ciocca al Pirellone

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Due banchetti piazzati, questi mattina davanti all’ingresso del “Pirellone”, sede del consiglio regionale lombardo: la prima bancarella con prodotti alimentari “made in China!, l’altra con generi alimentari realizzati in Lombardia. Al loro fianco, due gigantografie: l’una con l’immagine di Matteo Renzi con il dou lì, il tradizionale cappellino di paglia cinese e l’altra con il cancelliere tedesco Angela Merkel, con tanto di boccale di birra in mano e “completino” tirolese.

E’ ricorso alla satira, il consigliere regionale Angelo Ciocca, candidato perla Lega Nord alle elezioni europee nella circoscrizione Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’ Aosta per protestare contro il presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale il provvedimento di competitività regionale “Impresa Lombardia”, quello che istituiva il marchio “Made in Lombardy”, una certificazione della provenienza del prodotto specifica per la Regione Lombardia.

«Renzi vuole il Made in China, ma non il Made in Lombardy». L’ha detto Ciocca, presidente della commissione regionale per le Attività produttive ai giornalisti, proprio davanti ai due improvvisati banchetti e gli ha fatto eco il presidente della Regione, Roberto Maroni: «Faremo ricorso a questa impugnativa incomprensibile».

L’impugnativa, come detto, è quella del governo davanti alla Corte Costituzionale sul provvedimento per la competitività regionale «Impresa Lombardia» con cui, tra l’altro (introduzione di una moneta complementare e semplificazione burocratica), si istituiva anche il marchio «Made in Lombardy»: una certificazione della provenienza del prodotto specifica per la Regione Lombardia. Impugnando questa legge, approvata lo scorso 11 febbraio in Consiglio regionale all’unanimità (quindi anche con il voto favorevole del Pd), Palazzo Chigi «danneggia le imprese della nostra Regione», ha commentato Maroni.

La nota inviata dal governo alla Consulta giustificava la decisione in quanto gli interventi contenuti nella normativa produrrebbero «effetti restrittivi sulla libera circolazione delle merci garantita dall’ordinamento europeo, in violazione degli obblighi comunitari previsti dall’articolo 117 della Costituzione». La risposta di Maroni conferma quanto già annunciato due giorni fa sulla volontà di fare ricorso, visto che la legge regionale «rappresenta un valido sostegno al mondo delle imprese, oltre ad aiutare il Made in Italy attraverso il Made in Lombardy e ad introdurre la sperimentazione di una moneta complementare come già avviene in altre regioni del Paese. Non si capisce quindi perché altrove certe cose vanno bene e da noi no».

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