Oltre ai numerosi eventi organizzati al Santa Giulia, il primo maggio viaggia all’insegna della cucina, della musica e dell’arte. Dal mercato di Campagna Amica in via Musei alla White Room del museo, con il nuovo Masterchef dItalia, Federico Francesco Ferrero, passando per i laboratori dedicati ai bambini nei chiostri e nelle aule didattiche del museo. Nel Viridarium del museo ci saranno invece corsi di yoga (alle 11, 12, 15 e 18), thai-chi (alle 10, 14 e 17), massaggi (dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19), body percussion (alle 16.30) e pilates (alle 11, 12 e 15). I musei saranno aperti con ingresso libero: il Capitolium con orario 10-18 e il Museo di Santa Giulia dalle 9.30 alle 19.30.
In provincia sarà invece Leno la grande protagonista che, come ogni anno, organizza il Primo Maggio Rock di Leno: ad aprire i concerti alle 14 sarà la rock-band The Funkerz, alla quale seguiranno The Lovecats, i Jules Not Jude, Mombu, e i Pink Holy Days. A Cologne altra musica con una festa che durerà tre giorni: si apre il 1° con Upgraders, Cani di Trifola e Makaroots. Poi Shiva Bakta e Movies Star Junkies. Venerdì 2 maggio i Dead CanDies e gli Annie Hall. Infine, sabato Hell Spet e Gentlemens Agreement.
Per chi invece ama un altro genere di divertimento parte la trentacinquesima edizione della TravagliatoCavalli, che proseguirà fino a domenica 4. Per chi ama l’enogastronomia appuntamento a Pian Camuno con «Primavera in festa».
Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l’idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese : ”Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi”. Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio, una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue. Man mano che ci si avvicina al 1 maggio 1890 le organizzazioni dei lavoratori intensificano l’opera di sensibilizzazione sul significato di quell’appuntamento. “Lavoratori – si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 – ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale ! Viva l’ Internazionale! “.
(Traggo questo testo dall’ Archivio Storico “Manuela Mezzelani”)
Il 1° maggio non è dunque solo una semplice ricorrenza, e neppure una festa consumistica ed edonistica e rappresenta invece per i lavoratori, per tutti i lavoratori, in tutto il mondo, il più importante giorno di lotta e di mobilitazione. Non si può ridurlo ad un concerto, anche se “mega”, o a feste di paese, o peggio ad un rituale. Bisogna invece riappropriarsi, insieme alle masse popolari, del 1° maggio, del suo significato, della sua storia gloriosa. VIVA IL 1° MAGGIO DEI LAVORATORI!
Altro che Renzi, altro che giobbact: in Venezuela entra in vigore oggi, per la festa dei lavoratori, l’aumento del 30% del salario minimo. Lo ha deciso per decreto il presidente Nicolas Maduro. La paga base passa così a 4.251,78 bolivar (674,88 dollari) e, con i buoni pasto e i sussidi all’alimentazione arriva a 5.600,78 bolivar (889,01 dollari). Stesso aumento per i pensionati, che percepiscono un montante analogo al salario minimo. Un nuovo scatto verrà applicato fra qualche mese. Maduro ha dato l’annuncio durante l’insediamento della Conferenza di pace con la classe operaia che si è svolta nel palazzo presidenziale di Miraflores. “E’ un livello di difesa necessario per la vita del nostro popolo, e dimostra la falsità dei paradigmi neoliberisti”, ha detto. Per l’occasione, ha anche deciso di incrementare la Gran mision vivienda obrera, il piano di edilizia popolare specificamente rivolto agli operai, e la Mision mercal obrero che aumenterà il numero delle reti di distribuzione alimentari a basso costo vicino alle abitazioni dei lavoratori. “Non c’è mai stato un governo che abbia garantito e tutelato in questo modo il lavoro, il diritto all’alimentazione, alla salute e all’abitare: quello che s’intende per salario sociale e che noi proteggiamo”, ha detto ancora l’ex macchinista del metro. In Venezuela, sono gratuiti e garantiti il diritto alla salute, all’istruzione e a una “casa degna”. Finora, la Gran mision vivienda ha consegnato 241.000 abitazioni, completamente ammobiliate: gratis per chi non può pagare, a riscatto minimo e proporzionato al reddito per tutti gli altri. Compresi i venezuelani di classe medio-alta: ben disposti ad accogliere nuovi edifici di lusso, ma pronti a fare barricate per impedire la costruzione di case popolari e la “contaminazione” dei quartieri agiati. Il piano di edilizia pubblica ha portato lavoro per 450.000 persone ed è uno degli assi su cui punta il governo per riequilibrare l’economia e ridurne la dipendenza dal petrolio. L’annunciata “offensiva economica” cerca di limitare le importazioni aumentando la produzione interna, per garantire il rifornimento di beni di consumo “a prezzo giusto” alla popolazione. Prima di incontrare gli operai, Maduro ha svolto diverse riunioni con gli imprenditori, i commercianti e i rappresentanti di categoria. Incontri previsti dai Dialoghi di pace, in corso con l’opposizione e con tutti i settori sociali sotto l’egida della Unasur e del Vaticano. “Credo nella buona volontà e nella fiducia che ho riposto in quei settori imprenditoriali che chiedono di produrre e che tengono al paese – ha affermato il presidente – con il loro lavoro e le politiche corrette che stiamo applicando, alla fine dell’anno avremo vinto la perversa inflazione indotta e avremo impostato l’equilibrio verso un nuovo modello produttivo basato sull’uguaglianza e sulla giustizia sociale. I lavoratori sono classe di governo”.
Ci vada subito allora in Venezuela…..+30% di salario e +50% d’inflazione, carta igienica razionata, deliquenza al top,ecc se si vogliono risollevare mi sa che devono rivolgersi ai gringos