Per la nomina del direttore della Fondazione Brescia Musei manca solo la decisione unanime di sindaco, vicesindaco e presidente della Fondazione, per altro ancora da nominare. Secondo quanto riportato dal Corsera di Brescia i nomi in lizza per la carica di direttore sarebbero ridotti a quattro dopo che direttore generale, dirigente del settore Cultura e responsabile del Personale del Comune hanno vagliato le 42 candidature presentate per il ruolo.
Tra loro Luigi Di Corato, brianzolo di 43 anni, già docente di Storia dell’arte alla Carrara di Bergamo, ora docente di «Management del museo e dei servizi museali» alla Cattolica e direttore della Fondazione Musei senesi da cinque anni, ma anche Paolo Landi, 61enne del Mugello, docente al Politecnico di Milano di processi e metodi della comunicazione pubblicitaria, dal 1991 direttore pubblicità del Gruppo Benetton e membro del Cda di Fabrica. Tra i papabili anche Luca Beatrice, 53enne torinese, critico d’arte e curatore di svariate mostre, oltre che docente di diverse accademie dell’arte e curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia nel 2009. Ultimo, non certo per importanza, Flaminio Gualdoni, 60enne di Milano, dall’80 docente di storia dell’arte a Brera, curatore di decine di mostre di autori del Novecento, ha diretto la Galleria Civica di Modena, i Musei Civici di Varese, la Fondazione Arnaldo Pomodoro a Milano ed è stato commissario alla Biennale di Venezia del ‘90. Per ora l’unica certezza è che il prossimo direttore della Fondazione Brescia Musei non sarà una donna.
Ma un Bresciano non c’è!
nemmeno una donna, una vera vergogna per il mondo della cultura bresciana!
essere direttore della Fondazione oggi, considerando che non ci sono soldi, è ancora più difficile del passato, benvenga chi è realmente competente, ha eseperienza, si insedia non solo per nomina politica ma anche per merito che poi sia donna,ebreo, nero, nato a Brescia o a timbuctu che ce ‘mporta?
Allora diciamo semplicemente che competenza ed esperienza in ambito culturale a Brescia non ci sono o non ci sono per gestire dei grandi business, perchè di questo si parla, cioè non solo di cultura. Insisto, oltre a Brescia Musei in mano a non bresciani sono già la guida operativa della Fondazione Teatro Grande ad Angelini e quella del CTB a Branciaroli. Nessuna dietrologia, sono fatti.
è una polemica che francamente non capisco: neanche la lega ha mai detto che un direttore di una importante fondazione debba per forza essere bresciano. Ci sono uomini competenti anche nella nostra città, si è parlato ad esempio di Minini, ma perchè limitare sempre il nostro sguardo a piccoli orticielli dati da certificati di residenza? la cultura che la fondazione promuove non è quella della proloco, Santa Giulia merita progetti di forte respiro internazionale, ricordo che è patrimonio dell’Unesco, meglio avere un direttore competente e capace se bresciano o no non è un argomento. Sarebbe come cacciare Natali dagli Uffizi perchè non nato a Firenze o Paulucci dai Musei vaticani perchè romagnolo, o sarebbe come dire tra i fiorentini non c’è nessuno di competente quindi dobbiamo andare a cercare un direttore nato in un’altra città …. perfortuna la cultura abbatte i muri non li erge.
Ma quale polemica, men che meno politica. Non si tratta nè di cacciare nè di confermare chicchessìa per natalità. Si afferma che la dimensione stringente del business, alias "il respiro internazionale", fa oggi guardare altrove e del tutto legittimamente. Fatto salvo che, se parliamo di fatti, competenze o conoscenze specifiche correlate a risultati ed obiettivi in un determinato comparto, Goldin non è certo Angelini…
Stradi, parli bene, ma non si capisce cosa vuoi dire. Troppo difficile.