Aib, presentati i Cluster Lombardo della Mobilità e l’Associazione Fabbrica Intelligente

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I “cluster” come strategia d’intervento per favorire innovazione, internazionalizzazione e trasferimento tecnologico, mettendo in comune conoscenze e competenze di imprese, istituzioni, università e centri di ricerca. Associazione Industriale Bresciana e Confindustria Bergamo sono i referenti operativi rispettivamente del Cluster Lombardo della Mobilità e dell’Associazione Fabbrica Intelligente, due dei nove cluster riconosciuti da Regione Lombardia.

Ieri pomeriggio in Aib, il vicepresidente allo Sviluppo d’impresa, innovazione ed economia, Paolo Streparava, insieme ai responsabili dei due cluster, Saverio Gaboardi e Stefano Scaglia, hanno illustrato obiettivi e funzionamento di queste strutture che offrono numerose opportunità alle imprese che decidono di farne parte. L’idea dei cluster come strumento di aggregazione per generare innovazione ha iniziato a circolare a livello accademico all’inizio degli anni ’90. Oggi nell’Unione Europea se ne contano ben duemila e occupano il 38% della forza lavoro. Un’organizzazione strategica, dunque, ben affermata per la quale esiste anche un sistema di certificazione qualitativa a tre livelli.

Da qui al 2020 l’Unione ha scelto di puntare in modo deciso sull’innovazione ad alto valore aggiunto per uscire dalla crisi e rilanciare il manifatturiero. E in linea con le priorità europee, i programmi regionali dovranno coordinarsi per consolidare il sistema industriale, attraverso interventi mirati.

I nove cluster regionali recentemente costituiti serviranno proprio a questo: spingere l’innovazione e la competitività delle imprese in diverse aree scientifico-tecnologiche (agrifood, aerospazio, chimica verde, energia,  fabbrica intelligente, mobilità, scienze della vita, tecnologie per Smart Communities e tecnologie per ambienti di vita).

Far parte di un cluster offre all’impresa l’opportunità di incrementare le proprie competenze, accedere a nuove tecnologie e – soprattutto – le consente di partecipare in modo più efficace e strutturato ai bandi europei (in particolare al programma Horizon 2020), dove d’ora in avanti si concentrerà la quota maggiore dei finanziamenti a fondo perduto per l’innovazione.

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