È Luigi Maria di Corato, 43enne di Busto Arstizio, il nuovo direttore di Brescia Musei. Fino all’altro ieri alla guida della Fondazione Musei senesi, si occuperà della realtà bresciana per i prossimi quattro anni.
Il nuovo direttore, come si legge sul Corriere della Sera, ha già pronta una nuova ricetta per i musei bresciani. Il suo obiettivo è di rendere il Museo di Santa Giulia un luogo di aggregazione e un punto di riferimento a servizio delle collettività. Dove i contenuti possano essere accessibili a tutti e non esclusivi. “Santa Giulia deve diventare un posto in cui uno vada a farsi un giro o un pic-nic, anche se non gliene frega niente delle mostra”, dichiara.
Luigi Maria di Corato dichiara di voler mettere in atto solo progetti di ampio respiro e pluriennali e di voler coinvolgere i cittadini nelle scelte e senza imposizioni dall’alto (“il mio motto è la partecipazione”).
Il nuovo direttore ha una formazione contemporanea e a chi critica la nomina affermando che il suo profilo poco lega con il patrimonio culturale della città, risponde direttamente il presidente della Fondazione Massimo Minini:” Lo abbiamo scelto proprio per questo: Santa Giulia non può più ignorare i contemporanei” .
I contenuti siano accessibili a tutti e non esclusivi, quindi anche i pic-nic longobardi a S.Giulia ? L’ennesima, orripilante solfa nuovista. Come quella del Teatro Grande di Angelini finalmente aperto a tutti, dei luoghi dell’arte come partecipazione sociale, aggregazione e non più d’elìte. Una valanga di sciocchezze che ben significano, in realtà: l’autocelebrazione politica, l’immagine ed il business mascherati da presunti slanci e spazi culturali. Fate pure, accomodatevi, cari contemporanei di formazione contemporanea che non ignorano i contemporanei. Del resto, lo si sapeva dall’apparentamento di Del Bono con la pasionària bresciana: "la donna è mobile" come canta il Duca di Mantova nel Rigoletto di Verdi…
Anche stavolta il colto stradivarius non riesce a trattenere l’irrefrenabile narcisismo e dice la sua. La solita solfa del “novello” dottor Dulcamara era atteso. Lui sì desueto, ignora di essere desueto. Pesantissimo.
Fateli al parco, i picnic. Le decisioni criticate da stradivarius insinuano la convinzione che basti frequentare una pinacoteca o un teatro per costruirsi una cultura, mentre questa e’ figlia di anni di applicazione allo studio. Non mi meraviglia che l’attuale assessore alla cultura non ne sia consapevole e non sappia dare di piu’, tuttavia sarebbe bene che desistesse: continuando fa del male, alla cultura.
Caro barbarie, l’impressione che si ha è esattamente il contrario, e cioè che l’assessore alla cultura, che è assessore politico, pensi alla possibilità di avvicinare ai luoghi belli e alla bellezza dell’arte più persone possibili. Certo questo è incomprensibile per voi che ostentate la fatica dell cultura colta snobbando i cittadini, eppur parlando anche a loro nome. Aristocratici da wikipedia. Fa caldo, lasciate perdere le giacche con le toppe e i pantaloni di velluto. Meglio le canottiere.
Cultura colta? Ma cosa dice, signor populista? Per inciso: io parlo a nome di me stesso, non dei cittadini. E’ lei che ha la pretesa di ergersi a rappresentante dell’universo mondo. Lei intende l’avvicinamento all’arte come un avvicinamento fisico, forniti di panino e salamina o costine. Complimenti: il solito radical-chic che fa il populista
In un Paese dove la cultura, quella che qualcuno ben dice viene costruita in anni di applicazione, studio ed aggiungeremmo anche di lettura ed esperienze, è da tempo tramontata ancorchè mai desueta, non resta che guardare ai luoghi della storia, dell’arte, della musica semplicemente a luoghi di incontro e socializzazione. Bisogna accontentarsi, sperando di vedere almeno una volta al Grande, al Sociale, al S.Carlino o al S.Barnaba l’Assessore alla Cultura. Così, almeno per partecipare…
Anch’io sono populista, anzi pop: 40 vs 20%. Ndì a laurà. Castelletti ottima.
Sono quarant’anni che sgobbo. Chieda alla sua ottima quanto ha lavorato, se ritiene che questo sia il punto.
Ho chiesto alla mia ottima quanto Lei chiede: donna, casalinga, madre, i.e. nullafacente, se ritiene che questa sia una risposta soddisfacente. L’ottima raccomanda di salutarLa e ringraziarLa.