Il demone seduttore: l’omaggio di Alessandro Haber a d’Annunzio

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Interpretare d’Annunzio e le sue passioni è un destino scritto quasi nel suo nome: "Habere non haberi", "possedere e non essere posseduto", è uno dei precetti de Il Piacere. Sarà Alessandro Haber il protagonista dell’ormai consueto omaggio che il Festival rende al padrone di casa, Gabriele d’Annunzio: domenica 6 luglio, sull’incantevole piattaforma che si allunga nell’acqua del Laghetto delle Danze, canterà la "demenza afrodisiaca" del Vate, il suo amore tormentato e passionale per la contessa Giuseppina Mancini, così come emerge da alcune lettere inedite, custodite negli archivi della Fondazione, e dalle pagine del diario del loro amore, il "Solus ad solam".

"Da Sola a Sola, da uomo amato a donna amata", Haber darà voce ai tormenti, tra l’erotico e l’esistenziale, che consumarono d’Annunzio nel suo amore per ‘Giusini’ (come aveva ribattezzato la contessa), ma che sono lo specchio dei tormenti che sempre lo consumarono, lui, "avido di predare", incapace di rinunciare.

"Attraverso queste lettere ho scoperto un d’Annunzio impensato: forte, epico, trasgressivo, eppure fragile e delicatissimo": la sorpresa di Haber nel leggere l’inedito copione sarà quella di tutti, nell’ascoltare la sua attenta e passionale interpretazione.
Haber è uno dei maggiori attori italiani, reso celebre dal cinema, dove è stato diretto dai più grandi registi italiani, da Bellocchio a Monicelli, da Tornatore a Nanni Moretti, e dai numerosi premi vinti: 1 David di Donatello, 4 Nastri d’argento, il Premio Gassman in teatro.

 

Biografia di Alessandro Haber
Alessandro Haber è nato a Bologna il 19 gennaio 1947. Fin da ragazzino il suo sogno è la recitazione, appena ventenne riesce a ottenere una parte in "La Cina è vicina", pellicola di Marco Bellocchio e successivamente a lavorare con registi come i Taviani, Fellini, Bertolucci, Damiani, Maselli, Salvatores, sempre in piccole parti.

Nella sua lunga filmografia, negli anni 70 e 80 compaiono i titoli più disparati anche in ruoli secondari che gli permetterà di farsi le ossa e di raggiungere una maturità espressiva decisamente rara.

Nel 1986 Pupi Avati lo sceglie per il suo "Regalo di Natale" e sarà la svolta.
Con Avati tornerà a recitare in "Storia di ragazzi e di ragazze" nel 1989 e ne "La rivincita di Natale" nel 2003, ma dall’86 i suoi anni diventeranno densissimi di impegni lavorando con quasi tutti i registi italiani, in particolare Mario Monicelli, Maurizio Nichetti (Palla di neve), Sergio Rubini (Prestazione straordinaria), , Ermanno Olmi, Giovanni Veronesi " Per amore solo per amore", Leonardo Pieraccioni, Marco Risi, Giorgio Capitani, Michele Placido, Nanni Moretti, Enzo Monteleone "La vera vita di Antonio H"; Francesco Nuti "Willy Signori e vengo da lontano;
Nella seconda metà degli anni Novanta si misura con ruoli sempre diversi, come nei tre film di Leonardo Pieraccioni (I laureati, Il ciclone, Fuochi d’artificio), nel 2003 "Il paradiso all’improvviso"

Mario Monicelli lo dirige in "Parenti Serpenti" nel 1991, "Panni sporchi" nel 2003 e nel suo ultimo film "Le rose del deserto" nel 2006;
Nel 2003, affronta la sua prima prova dietro la macchina da presa dirigendo" Scacco Pazzo", trasposizione cinematografica della piece teatrale omonima di Vittorio Franceschi, messa in scena nel 1990 da Nanni Loy.

Nel 2006 con Giuseppe Tornatore (La sconosciuta).

Nel 2011, è diretto dal regista Ermanno Olmi nel drammatico Il villaggio di cartone, nel quale recita accanto a Michael Lonsdale e Rutger Hauer.
Il 2012 lo vede interprete di un ruolo di un affascinante pittore, ispirato a Schifani, ne L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi.
Anche a teatro dal 1968 ha lavorato con i più importanti registi italiani e non, a partire da Luigi Squarzina, Mario Missiroli, Nanni Loy, Carmelo Bene, Lorenzo Salveti, Jerome Savary, Nanni Garella, Andreè Ruth Shammah, Giampiero Solari.
La sua recitazione dirompente e versatile ottiene sempre unanimi consensi di critica pubblico fino all’ultima stagione teatrale 2013/2014 dove interpreta "Freud" nello spettacolo "Il visitatore" di E.E. Schmitt, regia di Valerio Binasco con Alessio Boni.

Negli ultimi anni ha rivelato un altro grande talento anche come cantante, dimostrando di essere sempre un interprete sicuro e raffinato.
Ha vinto 4 Nastri D’argento, 1 David di Donatello, Premio la Stampa Estera per il Cinema; premio Idi e Premio Gassman in teatro.

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