Pesca delle sarde, Legambiente: incontrollata o preoccupazioni esagerate dei pescatori abilitati?

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La pesca di sarde sul lago di Garda è ormai un fenomeno incontrollato, per la presenza di numerosi pescatori dilettanti, come denunciano i pescatori professionisti? Oppure non risulta in crescita rispetto al passato e quindi non è una minaccia per la tutela della specie ittica, come risponde l’Ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Brescia ad una richiesta di chiarimento di Legambiente inviata a maggio?

Domande che si pone l’associazione ambientalista in occasione del passaggio della Goletta dei Laghi sul Benaco, alla luce delle notizie emerse nell’ultimo periodo e dei regolamenti esistenti che limitano la pesca all’agone o, scientificamente, all’Alosa fallax in tutto il bacino. In primavera inoltrata, soprattutto, le sarde si spostano in acque più calde e basse, avvicinandosi così alla riva, per deporre le uova e riprodursi. Ed è in questo periodo che sembra proliferino anche coloro che le pescano.

“Riteniamo che le segnalazioni dei pescatori professionisti meritino attenzione – dichiara Cristina Milani di Legambiente per il Garda -. Chi vive il lago tutto l’anno ne conosce le dinamiche sia naturali che umane. A chi spetta il compito di controllare e coordinare le attività di pesca? Per non sbagliare, chiediamo che tutte le autorità, dai Comuni alla Regione passando per la Provincia si attivino, ognuno per le proprie competenze”.

Se infatti norme e regolamenti ci sono, non è chiaro a detta degli ambientalisti come possa essere messa in moto la macchina dei controlli sia per indagare che per fermare, una volta verificato, l’eccessivo e incontrollato prelievo di pesce nel lago. Un fenomeno che rischia di ridurre ulteriormente la biodiversità ittica e di alimentare pure un mercato non trasparente, complice probabilmente la crisi economica.

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