Bilancio Alfa Acciai: conti in ordine e solidità finanziaria, nonostante la crisi

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La crisi del tondino non è finita. Anzi, secondo l’Istat il comparto delle costruzioni in Italia, che è lo sbocco naturale della produzione siderurgica tipicamente bresciana, ha accusato nel primo quadrimestre 2014 un ulteriore calo del 5,4% sul medesimo periodo 2013. A ciò fa riscontro una flessione del 5% delle vendite di tondino in Italia nel primo semestre 2014 che si aggiunge al -27% dell’anno prima. Dagli anni buoni, fino al 2006/8, secondo dati di Federacciai, il mercato nazionale si è ridotto di quasi 3 milioni di tonnellate, circa l’80%.

A fronte di questa situazione, al di là dell’export diretto in modo particolare verso le aree medio orientale e nordafricana (soprattutto Algeria) e l’Europa “vicina” , resiste sul mercato solo chi è riuscito a porre mano all’efficienza e alla qualità nella produzione e contemporaneamente ha mantenuto la solidità patrimoniale e stabilità dei conti. La holding bresciana Siderurgica Investimenti, che controlla il Gruppo Alfa Acciai, leader di mercato in Italia di tondino, di proprietà delle famiglie Lonati e Stabiumi, rientra a pieno titolo in questo gruppo di aziende. A fronte di un mercato che non inverte la tendenza negativa, il gruppo ha chiuso il bilancio 2013 con un utile consolidato, e quasi senza debiti in confronto ai mezzi propri, quasi 300 milioni, ed al fatturato. Il profitto di 3,2 milioni sulla perdita di 5,7 del 2012, l’ Ebitda di 26 contro i 20,9 milioni dell’anno prima, la posizione finanziaria netta, diminuita rispetto 2012, (112,5 milioni a livello di Gruppo contro i 115 milioni del dicembre 2012) segnalano una condizione di equilibrio che rafforza il concetto che, sia pure nella tempesta congiunturale perfetta, Alfa Acciai sa navigare anche in acque agitate senza imbarcare acqua(perdite).

Tutto questo è il frutto del percorso avviato sin dall’inizio della grande crisi. La gestione che marca una forte continuità nella stabilità del bilancio di gruppo, poggia su una strategia focalizzata sul consolidamento della fase produttiva senza troppe accelerazioni, tesa a perseguire un basso punto break even, che già negli anni precedenti ha consentito di raggiungere risultati apprezzabili , pur a fronte di un utilizzo  del 60% della capacità produttiva.

La risposta della proprietà e dei manager si è tradotta in interventi articolati e mirati .

Da una parte ricordiamo le novità del parco rottame con un investimento complessivo di 13 milioni i di euro fatto in partnership con l’americana Harsco. Nel nuovo parco, opera da inizio 2013 un sistema completamente gestito elettronicamente con sofisticati sistemi di pesatura e rilevazione GPS, dotato di tre grandi gru elettriche ad equilibrio capaci di movimentare giornalmente 8/10.000 tonnellate di materiale. Ciò consente di governare con la massima efficacia una delle variabili chiave per un’acciaieria competitiva e questo ha già dato nel 2013 concreti benefici.

Dall’altra la diversificazione della gamma offerta, l’attenzione alla qualità dei prodotti offerti e la costante attenzione verso il cliente hanno consentito di trovare sbocchi alternativi al mercato del tondo, come detto sempre in continua riduzione.

Inoltre va evidenziata la profonda revisione dell’assetto industriale della TSR, società tedesca controllata assieme alla Remondis, leader europeo nella raccolta e valorizzazione dei rifiuti. Con questo alleato Alfa Acciai esercita pariteticamente la gestione, grazie ad una forte complementarietà di esperienze e competenze. TSR è azienda leader in Europa per trading di rottame con 8 milioni di tonnellate movimentate l’anno, 2.500 dipendenti,150 siti produttivi di varia dimensione, quasi 4 miliardi di fatturato, di cui il 20% attribuito al bilancio consolidato del gruppo bresciano . Malgrado anche questo settore abbia dovuto passare, negli ultimi anni in tutta Europa, attraverso un significativo riequilibrio conseguente ad una minore generazione di rottame dovuto ad una contrazione dei consumi , nel 2013 in TSR si sono già colti i primi frutti della revisione fatta; la redditività è stata leggermente positiva, per andare poi a crescere dall’inizio di quest’anno

Va ricordato anche il ridimensionamento programmatico nella fabbrica di S . Polo conclusa con un accordo sindacale che poggia su una soluzione idonea a sostituire ed integrare in modo ancora più valido il regime a contratti di solidarietà. Anche il sito produttivo catanese, Acciaieria di Sicilia, più in sofferenza in questi mesi per problemi legati all’ulteriore severa contrazione del mercato locale, con extra costi energetici e difficoltà nella gestione del rottame, ha chiuso da poco una trattativa sindacale per comprimere la capacità produttiva, con una cinquantina di esuberi e la riduzione programmatica flessibile del 10% dell’orario di lavoro , sulla stessa falsariga di quanto fatto a Brescia

L’attenzione alla performance ecologica è ormai diventato un fatto consolidato. In questi ultimi mesi le aziende del gruppo sono state certificate con il marchio europeo Susteel e label ICMQ dove finalmente anche l’acciaio, come altri materiali da costruzione, avrà una sua valorizzazione di eco compatibilità.

Il fatturato consolidato di 1,27 miliardi di euro, con un calo del 12% rispetto al 2012, scaturisce per il 38% dal mercato italiano che registra un leggero aumento della quota di pertinenza, e per il resto dall’export, di cui il 20% dal mercato tedesco. I dipendenti del gruppo sono aumentati complessivamente di quasi un centinaio, da 3445 a 3527 per la crescita dimensionale della controllata tedesca. Consolidamento della quota dedicata agli investimenti dopo i significativi interventi nei processi produttivi già descritti, circa 15 milioni di euro, un miglioramento pari al 21% del cash flow del gruppo, che passa dai 19 milioni del 2012 ai 23,4 di fine 2013 confermano la coerenza e continuità dei risultati positivi.

Come anticipato, la situazione contabile mette in evidenza un gruppo in buona salute finanziaria nonostante gli anni neri, con un rapporto dell’ 8% tra posizione finanziaria netta 112,5 milioni e fatturato consolidato1.277,4; posizione finanziaria che pesa solo per 34,5 milioni per le società italiane che sono molto più consolidate e strutturate mentre nel comparto tedesco l’indebitamento bancario pesa per 78,1 milioni di euro, segno evidente della forte espansione.

Per proprietà e management: “La stabilità dei risultati (riflessa come visto dalla posizione finanziaria) è del tutto evidente sommando i dati ottenuti dal Gruppo nel terribile quinquennio di crisi che stiamo vivendo e che è positivo per circa 5 milioni di euro”. Prosegue il vertice aziendale: “ Il primo semestre del 2014, pur ancora bersagliato da un’ulteriore contrazione del mercato, conferma questa continuità e capacità di tenere la rotta, anche se rimane sempre più necessario passare attraverso un consolidamento del settore per riprendere, per il Gruppo di S.Polo, una prospettiva di più largo respiro”.

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