Il Vittoriale domani sera ospita Burt Bacharach

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Nuovo, imperdibile, appuntamento con la grande musica al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera dove domani sera sarà ospite nientemeno che Burt Bacharach.

Burt Bacharach è uno degli autori più celebri e rispettati del panorama musicale mondiale, con all’attivo una sterminata carriera come compositore, arrangiatore, cantante e pianista. Bacharach è autore di un totale di 70 brani che hanno stazionato nella Top 40 statunitense e di 52 successi nella Top 40 del Regno Unito. Tra i suoi successi, quasi tutti scritti in collaborazione con il paroliere Hal David e molti dei quali cantati da Dionne Warwick, figurano canzoni indimenticabili come Walk On By, Do You Know the Way to San Josè, I Say a Little Prayer e The look of love.

Breve biografia di Burt Bacharach a cura di Dylan Jones
Uno sguardo su una carriera che abbraccia sei decenni e su uno degli autori più celebri e rispettati del panorama musicale. Quasi superfluo per Burt Bacharach produrre un altro disco, uno dei migliori della sua incredibile carriera: ma questo è proprio ciò che l’artista è riuscito a fare con At This Time.
Bacharach è sempre stato piuttosto riservato e le sue interviste sono un evento straordinario, proprio come la sua musica. Ma, a questo punto della sua lunga carriera,  seguendo quello che e’ lo spirito di Bob Dylan, pubblica At This Time, il suo primo album dal contenuto dichiaratamente politico.
"Odio quello che sta succedendo nel mondo” confessa Bacharach, compositore di brani indimenticabili come "Trains And Boats And Planes", "Walk On By", "I’ll Never Fall In Love Again", "Are You There With Another Girl", "What The World Needs Now Is Love", "I Say A Little Prayer", "Raindrops Keep Falling On My Head" e centinaia di altri preziosi classici. “Voglio quindi provare a raccontare quello che penso."

Nel corso degli ultimi mesi Bacharach ha apportato i ritocchi finali al nuovo capolavoro, realizzato dopo anni di silenzio. Nato dalla collaborazione con  autorevoli artisti quali il re dell’hip-hop Dr Dre, Denaun Porter e Prinz Board dei Black Eyed Peas,  At This Time include vere e proprie elaborate mini-opere della durata di 7 minuti, arrangiamenti incisivi e stoccate politiche piuttosto esplicite. Il brano "Go Ask Shakespeare" vede la partecipazione di Rufus Wainwright. In "Can’t Give It Up" troviamo il classico Bacharach rivestito in stile bossa nova, mentre il provocatorio "Who Are These People?" è cantato da Elvis Costello.  
Anche se può sembrare strano il lavoro ricorda a tratti il mondo di David Bowie in Low (con le voci che entrano quando meno te lo aspetti), un accostamento che generalmente non viene utilizzato per un nuovo disco di Burt Bacharach… "Questo disco inaugura per me un nuovo genere," spiega l’artista. "Rob Stringer [ai vertici di SonyBMG UK e il primo a legarlo alla casa discografica] mi ha chiesto di realizzare un album cercando di espormi a qualche rischio in più. Mi ha detto ‘Non voglio un disco ricco di pezzi facili da mandare in radio. Anche se scrivi canzoni splendide finirai comunque per restare deluso perché la gente dirà che non sono belle come quelle del passato’. Perciò mi sono impegnato in un progetto completamente nuovo."

Il repertorio di Burt Bacharach –  48 successi da Top 10, nove Numeri 1 e oltre 500 composizioni – continua ad ottenere riconoscimenti discografici e ad offrire intramontabili modelli creativi. Il suo pubblico abbraccia diverse generazioni e vede l’artista come uno dei più grandi compositori di ogni tempo, con una personalità da eroe carismatico che gli ha consentito di superare i limiti generazionali. Ha vinto 3 Oscar, 6 Grammy e insieme a Hal David e ad altri eminenti compositori ha scritto alcuni fra i più acclamati brani nella storia della musica.

C’è chi dice che la musica di Bacharach aiuti ad evadere dalla realtà, ma i suoi capolavori sono tutt’altro che semplici: se da un lato i brani scritti con David dipingono un mondo dalla prosperità solare, spesso nascondono un significato più cupo;  i testi di David traboccanti di passione, la musica di Bacharach così densa di intima emozione e sentimento (un brano come ‘Promises, Promises’ viene riproposto da generazioni in ogni angolo del mondo, ed era uno dei tanti brani di Bacharach impossibili da cantare per Frank Sinatra). I testi di David sono spesso in contrasto con lo spirito del brano. Se vi presentassero una canzone solare e ritmata come ‘Do You Know The Way To San Jose’ la abbinereste istintivamente ad un testo allegro, ma nelle mani di David si è trasformata in un’ode alle aspirazioni frustrate e ai sogni infranti.

Bacharach incarnava l’immagine del jet set, aveva ragazze e belle auto, possedeva un fascino di tipo metropolitano. Come Sinatra rappresentava gli anni ’50, allo stesso modo Bacharach era il perfetto scapolo degli anni ’60, un uomo il cui stile di vita rispecchiava quello dei personaggi raffigurati nei film del tempo. Se Brian Wilson e Phil Spector potevano definirsi i principi della musica da autoradio, Bacharach era il re incontrastato delle melodie da gustarsi all’impianto hi-fi, l’uomo che era riuscito a portare le sonorità degli anni ’50 nella modernita’.  Se  Kennedy era il tuo presidente, allora Bacharach era il tuo compositore.
Una delle caratteristiche che hanno portato Bacharach ad emergere è stata la sua creatività inesauribile: ha dato alla luce dozzine di classici intramontabili, in grado di competere con le opere di Porter, Gershwin o Berlin. A differenza di Hal David, che usava l’iconografia degli anni ’60 entro i limiti delle proprie esperienze personali, Bacharach dipingeva un mondo in cui tutto era possibile, riuscendo a proporre capolavori che eclissavano l’opera di molti compositori di colonne sonore. Sfrecciando sotto il sole delle interminabili highway, un brano di Bacharach era tutto ciò di cui potevi aver bisogno.

E se Frank Sinatra era l’unico cantante che potesse cantare una punteggiatura, Bacharach era l’unico compositore che riuscisse a trasformare un accordo minore nel suono di un cuore infranto. Ed è tutt’oggi in grado di farlo. Nel 1996 ha registrato lo straordinario album Painted From Memory insieme ad Elvis Costello (brani di punta: "God Give Me Strength" e "Toledo"); due anni fa ha prodotto, arrangiato e diretto un album contenente brani da lui composti interpretati dal re dell’R&B Ronald Isley (dal titolo Here I Am: Ronald Isley meets Burt Bacharach) che è riuscito a rimanere per 3 mesi nella classifica di Billboard. Solo un anno fa la versione del classico di Bacharach "A House Is Not A Home" cantata da Luther Vandross è stata campionata da Twista, Kanye West e Jamie Foxx in "Slow Jamz". Ha fatto una comparsa in tutti e tre i film Austin Powers, spesso partecipa come ospite allo show American Idol, ed ora è diventato anche un’icona del rock grazie alla splendida versione di "I Just Don’t Know What To Do With Myself" rielaborata dai White Stripes.

Il curioso sodalizio musicale con Dr Dre risale al giorno in cui Bacharach gli è stato presentato a Los Angeles in occasione dell’inizio delle lavorazioni al nuovo album. "Mi ha dato 4 o 5 loop per la batteria, sono andato in studio con un computer e ho cominciato ad aggiungere elementi. Tastiere, orchesta e un coro greco…"
E Rufus Wainwright? "Rufus è semplicemente fantastico. Ogni volta che lo sento cantare scopro elementi nuovi e sorprendenti nella sua voce. Ha cantato splendidamente in questo disco anche se i testi sono piuttosto impegnativi. In fondo è tutto riconducibile alla stessa regola: c’è una melodia? Per un momento ho addirittura pensato di interpellare David Bowie. Come Elvis ha un qualcosa di unico  e rabbioso nella sua voce. Rufus possiede lo stesso tratto distintivo.” Molti dei testi di At This Time sono opera dello stesso Bacharach, un compositore che dopo una carriera vissuta componendo melodie d’amore ha sentito di poter scrivere i nuovi brani con uno sguardo attento sul mondo che ci circonda.  
"Mi ci è voluto parecchio tempo per scrivere i testi perché ero sempre molto impegnato nella composizione delle musiche, degli arrangiamenti, oltre che distratto da tutte le questioni riguardanti la realizzazione del disco," racconta Bacharach. "Volevo che questo album esprimesse sinceramente quello che pensavo. Chi sono questi individui che si stanno prendendo il controllo delle nostre vite? Dobbiamo porre fine alla violenza perché ne stiamo perdendo il controllo. Ho due bambini piccoli e uno di 19 anni, mi chiedo che ne sarà del loro futuro. Che potevo fare? Potevo far rivivere questi pensieri nella mie canzoni e interpretarle. Nessun altro potrebbe cantarle al posto mio perché parlano di me. Per questo il disco è un lavoro molto personale."

Andrew Hale del gruppo Sade, che ha curato il coordinamento artistico dell’album racconta: "Sarebbe stato più semplice chiedere a Burt di realizzare un altro disco che seguisse la scia dei precedenti lavori. Ma nel nuovo lavoro quello che dice gli viene veramente dal cuore. E’ arrabbiato con il governo, preoccupato per il mondo che lascerà ai suoi figli: ascoltandolo si riesce a percepire tutto questo." "Questo album esprime esattamente ciò che volevo raccontare," conferma Bacharach.

Dylan Jones è il direttore della rivista GQ nonché uno dei più grandi ammiratori di Bacharach.  

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