Consigli di quartiere, Al Lavoro con Brescia: fondamentale l’apertura i cittadini non italiani

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"L’approvazione della delibera consiliare istitutiva dei Consigli di Quartiere apre una nuova fase della vita istituzionale della nostra città", questo il commento rilasciato in una nota dal Comitato "Al Lavoro con Brescia", di cui l’Assessore Marco Fenaroli è espressione. E la nota continua: "La delibera approvata, inoltre, prende atto, per la prima volta, della nuova dimensione socio-demografica della città, aprendosi alla possibilità partecipativa di chi, pur non essendo cittadino italiano, da tanto tempo (almeno 5 anni) vive nel territorio comunale (parliamo di circa 36 mila residenti).

DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE

Punto qualificante del programma elettorale di “Al Lavoro con Brescia” – di cui l’Assessore Marco Fenaroli è espressione – nonché delle linee programmatiche sulla base delle quali Emilio Del Bono è stato eletto Sindaco della città, i quartieri rappresentano la nuova dimensione del percorso istituzionale che vuole fare della “partecipazione”  un dato di rilievo e una costante nelle decisioni pubbliche, aprendo le porte della Loggia all’arricchimento e alla proposta di chi vive la realtà quotidiana del territorio della città.

All’adozione del regolamento sull’istituzione e il funzionamento dei Consigli di quartiere – elaborato dalla Commissione Decentramento e Partecipazione, presieduta da Francesca Parmigiani, approvato dalla Giunta e, con la delibera di pochi giorni fa, dal Consiglio Comunale – si è giunti attraverso un percorso ampio e inclusivo, che, oltre a svolgersi nelle sedi istituzionali, ha saputo coinvolgere la città, attraverso la fase di consultazione popolare articolata nelle 34 assemblee di quartiere. Un regolamento all’approvazione del quale si è arrivati a seguito di una complessa seduta di Consiglio comunale, nella quale la maggioranza ha saputo dimostrare coesione e coerenza rispetto al proprio progetto politico, nonostante le chiusure pregiudiziali di Lega e Forza Italia, rispetto alle quali si è al contrario distinto l’approccio collaborativo e dialogante di alcune componenti dell’attuale opposizione quali Movimento 5 stelle,Piattaforma Civica e x Brescia che si sono astenute sul voto alla delibera.

Nel merito, le previsioni del regolamento garantiscono le condizioni affinchè i quartieri non rappresentino un appesantimento dei procedimenti nè un costo aggiuntivo, ma un’espressione propositiva, preventiva e motivata sulla fattibilità reale dei progetti, nonché un controllo sulla realizzazione degli stessi. In sostanza un elemento di “qualità” delle scelte politiche e delle decisioni amministrative.

La delibera approvata, inoltre, prende atto, per la prima volta, della nuova dimensione socio-demografica della città, aprendosi alla possibilità partecipativa di chi, pur non essendo cittadino italiano, da tanto tempo (almeno 5 anni) vive nel territorio comunale (parliamo di circa 36 mila residenti). Così come potranno trovare rappresentatività coloro che non risiedono nella città, ma di fatto ci vivono e ne fruiscono stabilmente per motivi di lavoro e/o di studio , oltre 35 mila persone che potranno concorrere ad una rappresentanza(essere eletti) più aderente alla realtà quotidiana. Inoltre la scelta di aprire le elezioni ai sedicenni potrà permetterà di portare dentro la politica le loro istanze e adeguare programmi e scelte ai loro bisogni e desideri.

Sono aperture che non potranno che rivelarsi utili per una sempre maggiore aderenza dell’attività amministrativa alla vita sociale – complessa e articolata – della città. Nulla di destabilizzante, dunque, anzi.

Perdere questa occasione per affermare i diritti di “tutti” i residenti della città vivibile e operosa sarebbe stato colpevole in generale, ma soprattutto verso quella parte di cittadini (la maggiore) che ha espresso il proprio consenso all’attuale maggioranza, consentendole di governare per il prossimo quinquennio.

Ed è su questi presupposti che l’attuazione dei quartieri – in primo luogo le elezioni del prossimo autunno – non potranno che essere un terreno comune di attenzione e di impegno di tutte le espressioni politiche presenti in Consiglio Comunale. La natura e le funzioni dei nuovi Consigli,  l’assenza di un quorum predeterminato, la scelta della lista unica sono “capisaldi” del regolamento che impongono ai partiti e ai gruppi consiliari di mettere da parte i propri specifici interessi per misurarsi con l’intera città, secondo un progetto di partecipazione che non può che essere unitario e consapevole. 

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