Una coltivazione di marijuana con tanto di impianto di illuminazione, 80 grammi di hashish e 35 grammi di marijuana già essiccata e confezionata pronti per essere smerciati e 4 funghi allucinogeni importati dalla Spagna. Questo hanno sequestrato i carabinieri della Stazione di Piazza Tebaldo Brusato della Compagnia di Brescia a casa di un ragazzo bresciano di 33 anni. I militari, dopo un periodo di monitoraggio, hanno fatto irruzione ieri pomeriggio a casa sua e lo hanno arrestato. Condotto alla caserma “Masotti” di Brescia il ragazzo ha subito il processo per direttissima questa mattina: è stato condannato a 1 anno e 2 mesi di reclusione oltre alla sanzione pecuniaria di 1.300 euro. La pena è stata sospesa e D.S. è stato posto in libertà.
Home Notizie per categoria Cronaca Piantagione di marijuana, hashish e funghi allucinogeni in casa: arrestato 33enne bresciano
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Fatemi capire. Questo signore è libero? Ma allora vuol dire che abbiamo tutti un jolly da giocarci con ls legge? Buono a sapersi.
20 anni di B&B ci hanno lasciato un sistema giudiziario inefficiente.
Sembra che la storia non insegni nulla.
Il proibizionismo non è la soluzione al problema del narcotraffico, ma ne è invece la causa principale. I problemi di criminalità li crea, e poi non riesce a risolverli. Il fallimento del proibizionismo è ormai sotto gli occhi di tutti, eppure si cercano nuove strategie per combattere la narco criminalità, sempre insistendo nel potenziare l’azione repressiva degli stati contro la produzione e il commercio illegale di sostanze psicoattive, con norme e pene che, di fatto, alla fine non riescono neanche ad incidere significativamente sul traffico di ogni tipo di droga, che tende ad aumentare costantemente, aumentando la disponibilità delle stesse sul mercato nero e conseguentemente anche i consumi. In Italia si continuano a perseguitare prevalentemente i semplici detentori di sostanze proibite, i coltivatori di cannabis per uso personale, i più o meno piccoli spacciatori (i “pesci piccoli”) e solo in minima parte i veri narcotrafficanti organizzati criminalmente. Se le soluzioni più intelligenti sono anche le più semplici, l’attuale complessità contorta della situazione giuridica italiana sulle sostanze psicoattive ce la dice chiara sul tipo di criteri finora adottati: decine di migliaia di processi scatenati dalla visione persecutrice e criminogena della Fini-Giovanardi in attesa di una rideterminazione delle pene scaturita dalla sua attesissima abrogazione, senza ancora certezze sui criteri da adottare in tale rideterminazione, mentre per aggiungere un tocco magico di confusione in più, sulla Gazzetta Ufficiale sono state pubblicate delle pene che si riferiscono ancora alla Fini-Giovanardi, rendendo ancora più equivoca e ingiusta l’applicazione della Legge. Ma non sarebbe enormemente più semplice, più intelligente, più economico e più razionale legalizzare la coltivazione personale di canapa, che è la sostanza illegale più diffusa e anche la più innocua? E’ incredibile che subito dopo la fine della drammatica esperienza del proibizionismo dell’alcool negli Stati Uniti si sia scatenata un’ irrazionale crociata proibizionista di dimensioni planetarie contro la canapa e, successivamente, contro le altre sostanze psicoattive, con esclusione dell’alcool, che è una delle droghe più tremende e diffuse, degli psicofarmaci, molti dei quali rientrerebbero nelle droghe pesanti, e del tabacco, che da una dipendenza notevole. Una vera e propria caccia alle sostanze “immorali” da perseguitare che ha creato il progressivo sviluppo di una tremenda rete mondiale di produzione e distribuzione illegali di ogni tipo di sostanza drogante illecita, che ha prodotto e produce immensi capitali economici ad un sempre più crescente esercito di narcotrafficanti organizzati benissimo, mentre le prigioni si sono riempite in stragrande maggioranza di consumatori, autoproduttori di canapa e piccoli spacciatori, che dovrebbero essere invece considerati le vittime di questo enorme giro di affari criminali scatenato e alimentato dal proibizionismo stesso. E ci vengono ancora a raccontare della speranza del sogno irrazionale di un utopico mondo senza droghe, come se fosse realisticamente possibile, in nome del quale si debba giustificare l’intestardimento poco intelligente nelle politiche persecutorie alle sostanze “cattive” perché illegali, quindi “immorali”, con tanto di anatema del Papa, divenute oggetto di abuso diffuso proprio perché illegali, ignorando volutamente, però, l’abuso ancora più diffuso, perché incoraggiato e pubblicizzato, delle droghe pesanti, “buone” solo perché legali, quindi “tradizionali” e “morali”, cioè alcoolici (con tanto di vino consacrato nella messa) e psicofarmaci, alle quali la criminalità non è interessata (Ma guarda un po’! Chissà come mai? Provate a proibirli e poi vedremo, come è già successo con l’alcool). Perché se uno è shivaita o rastafariano non può celebrare la propria tradizione con la canapa, producendosela e utilizzandola, come fanno i cattolici con l’uva e il vino? Per proteggere i giovani dai buchi nel cervello? Ma se si ubriacano di più di quanto si facciano le canne e i buchi al cervello se li fanno più grossi! E in più, con l’alcool, i buchi se li fanno anche al fegato! E mentre le organizzazioni di narcotrafficanti diventano sempre più ricche e potenti proprio grazie al proibizionismo planetario, che loro per primi non vorrebbero mai veder smantellato, ci vengono anche a dire che “non bisogna fare passare il messaggio che drogarsi sia lecito e non sia pericoloso legalizzando la canapa”, la quale, povera pianta generosa, in tutto l’universo infernale di porcherie e schifezze chimiche che decenni di proibizionismo hanno fatto produrre ai criminali, è la sostanza più naturale, la più innocua e la più ricca di effetti benefici e medicinali, a parte i molto discutibili buchi nel cervello e la Supercannabisaurus Rex al 60% di THC, che, grazie al cielo, è introvabile (o ce l’ha solo il DPA). Occorre veramente un cambio radicale di strategie nell’affrontare il problema degli abusi di droghe e del loro traffico illecito, ma nel senso che sarebbe molto più logico e intelligente abbandonare le politiche proibizioniste chiaramente fallite, legalizzare le sostanze psicoattive, come con l’alcool, regolamentarne la distribuzione e l’accesso, in modo da togliere tutto il giro d’affari dalle mani criminali e fare una buona informazione preventiva sui danni degli abusi di droghe, un’informazione scientifica seria, realistica e non ideologica, per ridurre al massimo gli abusi problematici e il danno. E far vivere la gente con meno problemi e con più soddisfazioni, perché chi è soddisfatto della vita che vive è molto difficile che abusi in modo problematico di droghe. Questo è molto importante! Altrimenti la storia non insegna niente, i narcotrafficanti non smetteranno il loro “lavoro” e non finirà l’inferno sulla Terra che è stato creato per denaro, sfruttando le sostanze illegali, proprio perché illegali, le cosiddette “droghe” per legge.