Pesce scaduto o “truccato”: multa da 40mila euro per cinque aziende bresciane

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Un terzo del prodotto controllato è risultato essere non a norma, mal conservato, addirittura scaduto o spacciato per fresco quando invece era decongelato. Questo l’esito – non proprio rassicurante – di un mese di attività della task force anti-frode della Capitaneria di porto della Guardia costiera di Venezia, con le indagini che hanno riguardato da vicino le provincie di Brescia, Bergamo e Mantova.

Sono cinque le aziende bresciane finite nel mirino, destinatarie di sanzioni amministrative per un totale di 40mila euro. Alcuni particolari emersi dalla relazione degli uomini guidati dal capitano Marco Ravanelli riguardano pesce pescato addirittura cinque anni fa e "rigenerato" chimicamente, calamari e totani decongelati e spacciati come freschi, tonno e spada scaduti da oltre due anni e immessi tranquillamente nel mercato (in vendita in pescherie, oppure venduto a ristoranti e mense), e più frequentemente pesce privo di qualsiasi etichetta di identificazione obbligatoria.
(a.c.)

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17 Commenti

  1. Fate i nomi!!! Bravi avete scoperto che sono cinque, ora scoprite le loro ragioni sociali e pubblicate anche i nomi delle aziende!
    Altrimenti l’articolo servirà solo a danneggiare le aziende con persone che lavorano onestamente.
    Io da oggi non mangerò più pesce acquistato in zona. Piuttosto me ne andrò al mercato del pesce di Chioggia giorno si è giorno no.

  2. I NOMI !!! I NOMI !!! I NOMI !!! I NOMI !!! È chiaro ? Altrimenti ricomincio… I NOMI !!! I NOMI !!! I NOMI !!! È chiaro ? Altrimenti ricomincio… I NOMI !!! ……………….. …………..

  3. d'accordo, il cittadino deve sempre sapere
    anche quando si tratta di sindaci e politici, oppure solo di pescivendoli?
    davver o scioccato!!

  4. Se avete i nomi e non li date fate un servizio a metà. Se non li avete, oppure se non potete pubblicarli, vi suggeriamo di impegnarvi in una campagna di stampa per rendere obbligatoria per legge la diffusione dei nomi al pubblico, affinché le persone possano sapere e tutelarsi. Perchè oggi, stando così le cose, la situazione delle Istituzioni e dei giornali appare, sul piano oggettivo, di sostanziale complicità.

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