“Il magistrato prende atto del sequestro di cellule staminali disposto dalla Procura di Torino: atto che impedisce a chiunque di effettuare le cure secondo il metodo Stamina all’ospedale di Brescia”.
Questa la risposta del direttore generale degli Spedali civili di Brescia Ezio Belleri dopo che il Tribunale di Matera ha accolto un’istanza degli avvocati Vincenzo Pizzilli e Tiziana Barone, ordinando che gli Spedali civili di Brescia riprendessero il trattamento con cellule staminali trattate con il metodo Stamina a favore di Daniele, bimbo di sette anni affetto dalla malattia di Niemann Pick. Secondo quanto riferito da Belleri all’Ansa, l’ordinanza riconosce che l’Azienda ospedaliera ha fatto tutto quello che era tenuta a fare per dare seguito alle sentenze dei Tribunali”.
Ma non solo “Viene anche riconosciuto – riferisce lo stesso Belleri – che al direttore generale non può essere chiesto di interferire nell’autonomia professionale dei propri collaboratori sanitari imponendo comportamenti che gli stessi hanno ritenuto non corrispondenti a criteri di scienza e coscienza”.