Michele Vigasio dona al Grande una lettera autografa di Puccini

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Nell’anno in cui si celebrano i 110 anni dalla prima e fortunata rappresentazione di Madama Butterfly nel massimo Teatro bresciano e in prossimità dell’apertura della Stagione d’Opera 2014, la Fondazione del Teatro Grande è felice di annunciare alla Città l’acquisizione di un importante documento autografo di Giacomo Puccini che andrà ad arricchire la raccolta di scritti e stampati testimonianti la nascita di un grande capolavoro della storia del melodramma, che proprio a Brescia trovò il suo primo grande successo di pubblico e critica.

Un regalo prezioso, gentilmente donato dal dott. Michele Vigasio, membro della famiglia bresciana di commercianti della musica, giocattoli, profumi, dischi e strumenti musicali di Corso Zanardelli 3. Un omaggio fatto per onorare il padre Mario, che fu imprenditore, nonché appassionato divulgatore e sostenitore dell’insegnamento della musica nelle scuole cittadine.

Il lascito consiste in una lettera autografa di Giacomo Puccini, scritta verosimilmente nel maggio 1904 proprio a Brescia. Tra le righe si leggono i commenti del grande compositore alle prove della sua opera Madama Butterfly, capolavoro che, fischiato nel febbraio dello stesso anno alla Scala di Milano, sarebbe definitivamente risorto proprio sul palco del nostro Teatro Grande il 28 maggio 1904. I due fogli della lettera donata al Teatro, noti agli studiosi e pubblicati nell’epistolario pucciniano, sono indirizzati a Giulio Ricordi, amico ed editore di Puccini, vergati su carta intestata del Caffè Centrale, allora situato nei pressi del Teatro. Nella missiva Puccini commenta con vivacità e acume le prove, dando l’impressione di un clima generale positivo rispetto all’esito della rappresentazione, ma fa pure alcune notazioni di colore che restituiscono con freschezza il suo carattere ironico.

Nel 1904 Madama Butterfly venne rappresentata in occasione dell’Esposizione bresciana che vide, nella suggestiva cornice del Castello, 2050 espositori presentare il meglio dei prodotti dell’industria, dell’artigianato, del commercio, dell’agricoltura, della cultura, dello sport e dell’assistenza della nostra provincia. Per la Stagione d’Opera di quell’anno, il Teatro Grande ricevette anche un’onorificenza dall’allora ente organizzatore dell’intera Esposizione. Ad inaugurarla giunse in treno da Roma anche il giovane Re Vittorio Emanuele III, insieme alla moglie Elena del Montenegro, cui l’opera è dedicata come si legge dalle cronache della Sentinella Bresciana: la coppia reale assistette alla seconda replica del melodramma al Grande.

La lettera autografa sarà esposta in Teatro accanto al manifesto originale dell’epoca, al riconoscimento ricevuto in quell’anno per la Stagione d’Opera e alla fotografia della compagnia che portò in scena la prima rappresentazione bresciana. Una collezione che nel futuro si arricchirà di altri preziosi documenti che testimoniano questa bella storia musicale così importante per Brescia.

TRASCRIZIONE DELLA LETTERA
Caro Sig. Giulio Prove sempre bene
Il pezzo nuovo (del) tenore
Va bene e riempie e ci voleva.
Si è fatto un taglio: l’alba,
l’allegro – dall’adagio dopo le voci
interne si salta al già l’alba
di Suzuki. La Kruceniski è
ottima nella voce e riesce anche
nella graziosità e nel sentimento.
Certo ha meno espressione della Storchietta ma ha più spolvero.
Zenatello mi è sembrato
più duttile di voce e
più fresco. Il console è
un po’ salame, ma come
tale va per il complemento
del pranzo. La Lucuceska
va molto bene.
Le seconde parti ottime.
Carino il Gianoli.
Eccole dunque le notizie.
Mi scordavo di dirle che
le coriste sono mostri!
Affettuosi saluti
e a presto vederla Saluti da Tito
Suo aff. Puccini

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