Nuovo consiglio provinciale, M5S: metodo anticostituzionale, non parteciperemo alle elezioni

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A breve, sarà eletto il nuovo consiglio provinciale. In attuazione della Legge Delrio, l’organo rappresentativo non sarà eletto a suffragio universale e diretto, ma da membri dei consigli comunali. Il MoVimento 5 Stelle dei comuni della Provincia di Brescia  interviene su questa modalità e in una nota fa sapere che “ripudia senza alcun ripensamento questo sistema anticostituzionale e scandaloso, che si fa beffa delle fondamenta della nostra democrazia nonché dei cittadini”.

DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE

 

Le Province sono un’istituzione obsoleta e superabile, che il MoVimento 5 Stelle, raccogliendo le istanze dei cittadini, ha chiesto di abolire con una proposta di legge Costituzionale depositata alla Camera dei Deputati (http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0006760.pdf).

 

Anziché agire in questo senso, i partiti hanno mantenuto questi organi, addirittura con un possibile ampliamento dei loro compiti secondo quanto previsto dalla legge. Legge che è stata venduta alla stampa con una menzogna,come trionfale “abolizione delle Province”.

 

Per coerenza, i consiglieri comunali M5S rifiutano di prendere parte all’elezione così come rifiutano la possibilità di essere eletti in queste istituzioni antidemocratiche e inutili in quanto non ci riconosciamo in queste imposizioni anticostituzionali, contrarie al principio del suffragio universale e della rappresentanza politica, imposte con prepotenza da un Governo e da una maggioranza parlamentare illegittimi, che oggi si spaccano discutendo della spartizione delle poltrone provinciali.

 

Esortiamo vivamente tutti i consiglieri comunali della provincia a intraprendere questa strada, affinché l’attuale Governo comprenda la gravità della situazione e il pericolo imminente per la nostra democrazia e Costituzione, ma anche per denunciare la ferma opposizione al mantenimento di un ente inutile, in cui si sovrappongono i livelli decisionali, appesantendo e rendendo più inefficiente il sistema amministrativo locale.

 

Le notizie di stampa di questi giorni (sulle divisioni interne ai partiti, legate solo ed esclusivamente ad una logica spartitoria e consociativa, senza un progetto legato alle candidature sui temi della mobilità, della pianificazione  territoriale  provinciale   di   coordinamento, della tutela e valorizzazione dell’ambiente, del controllo dei fenomeni discriminatori e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale) dimostrano, peraltro, come questi enti siano divenuti solo organismi di esercizio del potere, totalmente svincolati e scollegati dai cittadini, di cui dovrebbero essere emanazione, al contrario di quanto previsto dalla legge Delrio.

 

L’invito è esteso sia alle forze proclamatesi «civiche» sia a tutti coloro che appartengono a quei partiti che a livello nazionale hanno avviato questo scempio pur avendo posto l’abolizione delle Province nei loro programmi, e che, solo oggi, denunciano ciò che il M5S aveva con forza denunciato in Parlamento, rimanendo inascoltato. Questo rifiuto di prendere parte alla spartizione delle poltrone provinciale sarà un forte segnale forte a Roma, alle istituzioni e al Governo, a dimostrazione che la democrazia non deve mai essere lesa e che i cittadini hanno bisogno di riforme serie e non di spot o di menzogne.

 

Invitiamo soprattutto i candidati Presidente e Consiglieri a ripensare la loro posizione, a ritornare sui passi della democrazia con una forma di ribellione civile e a non prendere parte a questo “club di nominati”, ritirando le proprie candidature.Chi agirà diversamente, contribuendo all’elezione del futuro Consiglio provinciale, in spregio alla democrazia, alla Costituzione, e alle promesse che sono il vincolo morale per i rappresentanti nei confronti dei loro elettori, non potrà che essere ritenuto correo dell’avanzamento di questa minaccia alla democrazia, al pari di chi l’ha promossa.

 

 

 

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1 COMMENT

  1. Non parteciperete alle elezioni? Non avevate nemmeno i consiglieri comunali sufficienti per sottoscrivere una lista. Questo è il dato di fatto.

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