Trenta furgoni della Gls fermi in sciopero: un presidio che si sta svolgendo questa mattina in via Di Vittorio, in zona industriale. La protesta, scrive il Corsero di Brescia, è contro il licenziamento di 5 lavoratori, non dipendenti della Gls, ma di «padroncini» che lavorano per la Brescia Service, che nei giorni scorsi si erano iscritti a un sindacato di base. Secondo la denuncia dei lavoratori quello che accadeva era un trattamento di lavoro al limite della legalità: sistema di pagamenti in nero, meno ore segnate in busta-paga e atteggiamenti arroganti da parte dei responsabili. L’indiano Ahmed, 28 anni, da 20 anni a Brescia, spiega al quotidiano: «Sono uno dei licenziati: è successo tutto all’improvviso. Una mattina ci hanno detto che c’era una riunione con la Brescia Service, il giorno dopo ci hanno detto di non farci più vedere». In presidio, anche autisti dei magazzini della Gls di Manerbio e Rovato, attivisti dell’Associazione Diritti per Tutti e del sindacato Si Cobas.
Io sono il primo nominato tra i 5 licenziati