Si trovava ad Ottawa proprio in quei momenti di terrore. La sua visita turistica al Parlamento si è trasformata in un incubo, pieno di terrore e urla. La bresciana Claudia Bertoli, studentessa di 25 anni, si trovava in Canada per seguire il padre attore. Era appena entrata nel Parlamento di Ottawa quando è iniziata la sparatoria: era lì mentre quel terrorista di origine algerina ha ucciso un militare e poi è stato ucciso a sua volta durante la cattura. "Mi guardavo in giro quando ho visto un operaio che stava lavorando in un cantiere che ha cominciato a saltare e continuava ad urlare “tutti a terra, tutti a terra”. Non ho capito subito quello che stava succedendo, ho pensato che forse stessero usando un macchinario pericoloso, ma lui continuava ad urlare “a terra, a terra”", racconta Claudia al Corsera.
"A quel punto ho sentito gli spari. E la gente ha cominciato a correre". Claudia, insieme ad altri presenti, si rifugia nell’atrio di un ufficio. "Eravamo in una quindicina, siamo rimasti lì per almeno quindici minuti, tutti in silenzio e con le orecchie tese. C’era anche una ragazza molto scossa, aveva visto da vicino l’uomo armato e era pallidissima. Dopo un quarto d’ora ci hanno fatto uscire e allontanare, invitandoci a non avvicinarci alla zona del Parlamento. Mentre ero al sicuro nell’ufficio ho mandato un messaggio a mio padre: sparano al Parlamento, ma io sto bene. Mi ha chiesto se doveva venire a prendermi, ma stavo bene e gli ho risposto che non era necessario".
La paura aleggia anche durante tutta la giornata in città. Claudia racconta che i negozi erano tutti chiusi e di come non ci fosse in giro quasi nessuno. "Mi sono sentita insicura ero scossa e impaurita e se incontravo qualcuno che avvicinava la mano alla tasca sentivo subito la paura aumentare".